Amori, litigi, bollette La Nsa è davvero il Grande Fratello Usa

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NEW YORK — Hanno l’unica colpa di essere finiti anche solo casualmente in contatto con possibili obiettivi di indagini sul terrorismo internazionale le migliaia di americani e non le cui conversazioni telefoniche, email e attività su Internet sono finite negli archivi dell’Nsa senza alcun motivo giustificabile. Dopo quelle sulla massiccia raccolta di dati informatici su milioni di americani e di stranieri, le rivelazioni di Edward Snowden aprono un nuovo scenario sulla discussa attività della più potente agenzia di intelligence degli Usa.
Fino ad ora le informazioni trafugate da Snowden, l’ex contrattista considerato in patria, a seconda delle opinioni, un traditore che ha messo in pericolo la sicurezza o un eroe che ha svelato il Grande fratello, descrivevano il quadro della raccolta indiscriminata di un’enorme massa di dati giustificata con la necessità di poter essere in grado di ricostruire la rete dei sospetti in caso di atti terroristici. Nei mesi scorsi l’ Nsa è stata accusata di aver prelevato quei dati illegalmente violando i server delle compagnie telefoniche e dei provider, tanto che le principali aziende, da Apple a Microsoft, da Facebook ad Aol, avevano chiesto pubblicamente la fine di questa pratica, anche per allontanare i sospetti di connivenza con l’ Nsa. La legge, infatti, consente all’agenzia di indagare solo su stranieri che si trovano all’estero e sono ritenuti in grado di minacciare la sicurezza degli Usa e non su americani, a meno che non ottenga un’autorizzazione da un giudice.
Una nuova inchiesta del Washington Post ora rivela che gli agenti segreti sono andati ben oltre la collezione maniacale dei dati. Partendo da operazioni consentite, la loro azione si è estesa geometricamente. Seguendo un soggetto sospettato di aver lasciato l‘America per unirsi ai talebani, ad esempio, sono state intercettate tutte le persone che in qualche modo con lui sono entrate in contatto e tutti coloro a queste connesse, perfino chi solo per un attimo ha partecipato a una chat room. Di tutti questi soggetti sono stati copiati anche i contenuti dei loro account su Internet, dalla semplice casella di posta elettronica al profilo su Facebook. Ogni dieci nuovi soggetti acquisiti, solo uno era il vero bersaglio, sostiene il Washington Post . In questo modo, i titolari di diecimila account di Internet, pur non essendo bersagli diretti, hanno avuto le loro vite scandagliate giorno per giorno, e quando gli analisti dell’ Nsa si sono resi conto che erano innocenti, invece di distruggere il materiale raccolto perché non aveva nulla a che fare con la tutela della sicurezza nazionale lo hanno mantenuto in archivio.
Molti dei file hanno al più un carattere «voyeristico», secondo il quotidiano. Ci sono migliaia di conversazioni tra amanti clandestini e non, oppure riguardanti temi politici e religiosi o anche relative a problemi di salute mentale. Ad esse fanno compagnia innumerevoli fotografie di bambini sulla spiaggia o nudi nella vasca da bagno, di uomini che mostrano il corpo virile, di donne ammiccanti in lingerie. È stata trovata traccia di 65 mila persone finite negli hard disk della National Security Agency ma, nonostante in tanti casi i dati anagrafici siano stati oscurati, i giornalisti hanno rintracciato almeno 900 nominativi restati in chiaro, molti dei quali di cittadini americani. La documentazione svela, inoltre, l’attività di controllo su «un recente progetto nucleare all’estero», scrive il Washington Post precisando di non poter dire nulla di più per evitare, su richiesta della Cia, di danneggiare operazioni ancora in corso. C’è anche prova del doppio gioco di un Paese alleato, di un incidente militare accaduto a una potenza straniera ostile e perfino delle identità di hacker stranieri responsabili di intrusioni informatiche negli Usa.
È anche vero che dai documenti emerge come l’azione dell’ Nsa abbia portato nel 2011 dopo mesi e mesi di indagini alla cattura di un terrorista esperto di bombe sospettato di aver partecipato nel 2002 a un attentato a Bali. Ma gli americani ora sentono che la loro privacy è ancora più vulnerabile.
Giuseppe Guastella



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