Pena capitale, lieve flessione nel mondo «Aboliamola»

Pena capitale, lieve flessione nel mondo «Aboliamola»

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ROMA — Di poco, ma le pene capitali nel 2013 sono aumentate: 4.016 contro le 3.967 del 2012. E di queste circa 3 mila, ovvero i due terzi del totale, sono state eseguite soltanto in Cina, il Paese che nel Rapporto annuale della Ong «Nessuno tocchi Caino», si conferma il leader indiscusso nel mondo. Basti pensare che subito dopo la Cina ci sono l’Iran e l’Iraq con, rispettivamente, 687 e 172 esecuzioni capitali e ancora l’Arabia Saudita, con 78. Ancora alto anche il numero di esecuzioni capitali portate a termine negli Stati Uniti: 39. «Nonostante il lieve aumento delle esecuzioni prosegue l’evoluzione positiva verso l’abolizione», ha detto Elisabetta Zamparutti, tesoriera della Ong, spiegando che ad oggi sono diventati 161 i Paesi che hanno deciso di abolire la pena capitale per legge o per pratica. Sono vent’anni che i radicali impegnati nell’associazione «Nessuno tocchi Caino» portano avanti la loro battaglia diplomatica per l’abolizione della pena di morte nel mondo e anche quest’anno, in occasione del rapporto annuale, hanno ricevuto il plauso del presidente della Repubblica. «L’abolizione della pena di morte è una battaglia di civiltà giuridica e di grande valore etico nel solco del pensiero di Cesare Beccaria», ha scritto il presidente Giorgio Napolitano in un messaggio fatto recapitare ieri mattina a Marco Pannella. Messaggi sono arrivati anche dai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Piero Grasso, nonché del ministro degli Esteri Federica Mogherini che ha voluto ricordare come l’Italia sia in prima linea in questa battaglia per l’abolizione della pena di morte. La ong «Nessuno tocchi Caino» anche quest’anno ha voluto attribuire il premio Abolizionista dell’anno, dedicato ai Paesi che accettano di abolire al loro interno la pena di morte. Quest’anno il premio è andato al presidente della Repubblica del Benin Boni Yayi.



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