Prezzi alimentari mai così giù dal ‘97 Il carovita frena ancora, più 0,3%

Prezzi alimentari mai così giù dal ‘97 Il carovita frena ancora, più 0,3%

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ROMA — L’Istat conferma: l’inflazione a giugno ha continuato a rallentare crescendo solo dello 0,1% rispetto a maggio e dello 0,3% rispetto al giugno del 2013. I prezzi sono dunque quasi fermi e l’economia ristagna. Non è una sorpresa perché sono mesi che le cose vanno così e non solo in Italia, ma in tutta Europa mentre la ripresa stenta a decollare.
Il tasso di inflazione, dice l’Istat, ha toccato i minimi da 5 anni, dall’ottobre del 2009 ma bisogna andare ben più dietro, a diciassette anni fa, al settembre del 1997, per trovare una caduta simile dei prezzi alimentari, rimasti pressoché invariati a livello congiunturale, ma scesi addirittura dello 0,6% rispetto ad un anno fa. Bisogna riandare al 1997, a prima dell’introduzione dell’euro, anche per ritrovare il risultato più basso per l’indice, del tutto empirico, relativo ai beni di uso più frequente, del cosiddetto carrello della spesa, che include, oltre ai beni alimentari, quelli per la cura della casa e della persona: ed è in diminuzione dello 0,5% rispetto al giugno 2013. Conservano il segno meno, inoltre, i prezzi delle comunicazioni (-8,6%) mentre in una Regione, il Friuli-Venezia Giulia, si registra un’inflazione negativa (-0,1%) per l’intero paniere dei prezzi.
L’inflazione acquisita per il 2014, dice ancora l’Istat, è stabile allo 0,3%. Se si guarda ai diversi comparti, rispetto a giugno 2013, i prezzi dei beni diminuiscono dello 0,3% (era -0,1% a maggio) e il tasso di crescita dei prezzi dei servizi scende allo 0,8% (dallo 0,9% del mese precedente). Pertanto, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si amplia di un decimo di punto percentuale rispetto a maggio 2014.
«Senza un intervento choc sulle tasse per le famiglie e per le imprese che davvero investono,i consumi non riprenderanno a salire ed il Paese non uscirà dalla recessione» ha affermato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che ha invitato il governo Renzi «a riflettere sui dati negativi dell’inflazione rilevati dall’Istat» perché «siamo al livello più basso degli ultimi cinque anni. Una vera stagnazione della nostra economia».
Ieri intanto il ministero dell’Economia ha diffuso i dati relativi al fabbisogno statale di maggio che è stato pari a 6,491 miliardi. Il disavanzo è frutto di entrate per 35,303 miliardi e spese per 41,794 miliardi, di cui 8,307 miliardi per interessi. Quanto alle entrate tributarie e contributive nel periodo gennaio-maggio 2014 mostrano nel complesso un incremento dell’1,1% (+2.553 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo del 2013. La variazione registrata è la risultante della crescita del gettito tributario pari all’1,7% (+2.643 milioni di euro)e della sostanziale invarianza, in termini di cassa, nel comparto delle entrate contributive pari a -0,1% (-90 milioni di euro), che nel mese di maggio hanno incassato i premi Inail con gli effetti della riduzione del cuneo fiscale.


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