Caro Giorgio, non si spegne il suono delle tue lotte

by redazione | 30 Agosto 2014 8:49

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Ciao a tutti, sono Pedro. Sono il can­tante della band dove Gior­gio suo­nava, i Court. Era­vamo tutti ansiosi di tor­nare a fare prova, anche per­ché Gior­gio era sta­bil­mente nella band, con lui ave­vamo tutto un nuovo sound “tastie­roso” prog anni 70 /primi 80, fantastico…Tanti pro­getti, il nostro nuovo stu­dio in fase di com­ple­ta­mento, un nuovo disco da fare… Mi man­cherà tan­tis­simo, ci man­cherà tan­tis­simo. Vi lascio alcune foto: una l’ho scat­tata in occa­sione del con­certo (poi annul­lato in corso per mal­tempo) lo scorso 12 luglio per una festa della Croce Rossa. Vi rac­conto un aned­doto: ormai l’organizzazione aveva annul­lato l’evento, ma noi (e Gior­gio come si vede nella foto), men­tre i fonici smon­ta­vano tutto intorno a noi, ave­vamo con­ti­nuato a jam­mare sul palco con il gruppo spalla per 45 minuti e più… Gior­gio ci aveva dato den­tro di brutto! Notate la fan­ta­stica abat-jour che tro­neg­gia sul Wur­li­tzer! A Gior­gio era pia­ciuta molto, ave­vamo deciso di ren­derla parte inte­grante del suo setup! (assieme alle 1000 tastiere…!) Le altre foto sono di ses­sioni di prova e “setup” del suo enorme sistema di tastiere. Che risate!!! Mi piace ricor­dare Gior­gio che improv­vi­sava col “solito” gusto, e quando suo­nava nean­che guar­dava la tastiera: guar­dava inten­sa­mente (con occhio stra­nito tal­volta) chi suo­nava con lui.… Con­ti­nua a guar­darci, Gior­gio… Un abbrac­cio a tutti voi.

Marco Pedrini

Gior­gio l’ho cono­sciuto nella reda­zione mila­nese nel lon­tano 2004. La prima cosa che notai, sono musi­ci­sta, che a fianco della sua scri­va­nia c’era un basso elet­trico! Par­lammo subito di musica, era ine­vi­ta­bile. Lui era un appas­sio­nato di Rag­gae, ma cer­ta­mente il suo era un rag­gae da com­bat­ti­mento: era sem­pre con gli umili ed i dere­litti (che a Milano non man­cano). Attento alle istanze sociali, mai spoc­chioso, anche troppo dispo­ni­bile ad ascol­tarti. Sei con Bob Mar­ley, ora suoni il basso nel suo gruppo. Addio Gior­gio.
Alex Schiavi, Milano

Non cono­scevo per­so­nal­mente Gior­gio Sal­vetti. Ne avevo impa­rato a cono­scere e apprez­zare lo stile e l’accuratezza sulle pagine del mani­fe­sto. Aveva la mia stessa età. E la stessa pas­sione per un’informazione mili­tante e libera. Le sue inchie­ste su Expo ad esem­pio, sono quanto si più inte­res­sante sia stato scritto sul tema. Se ne va un bravo gior­na­li­sta, un com­pa­gno, uno di noi. Ciao Gior­gio che la terra Ti sia lieve.
Sil­vio Messinetti

Ti cono­sce­vamo poco, tu in quella Milano di spe­ranze, da qual­che anno, e ora di disil­lu­sioni; noi a Roma, a ten­tare la sorte con una talpa che con­ti­nua a sca­vare quell’attualità che hai rac­con­tato, per cui sei ancora lì, fuori da tutti i locali sgom­be­rati, den­tro tutte le lotte future. Un abbrac­cio forte
la reda­zione di mani­fe­sto­li­bri, Marco Bascetta, Simona Bon­si­gnori, Ste­fano Petruc­ciani, Paolo B. Vernaglione

Un ago­sto vare­sino, 4 amici, 15 anni e la prima volta che ho visto The Wall. Un mag­gio mila­nese, il bal­cone enorme, una pasta, rac­conti e con­si­gli pre­ziosi. Un altro mag­gio mila­nese, il bal­cone fio­rito, la solita pasta, idee e pro­getti visio­nari. Un 23 dicem­bre, auto­strada A8, la mac­china ferma senza ben­zina. Metti la seconda e lascia la fri­zione. A balzi fino all’autogrill e poi cena improv­vi­sata con panet­tone. Con­certo degli U2 a San Siro, andiamo e ascol­tia­molo da fuori. Poi la corsa fino al terzo anello, fia­tone e risate. Non si sa dove met­tersi, in que­sto momento. Ma qua­lun­que cosa sia suc­cessa, Gior­gio, io sto dalla tua parte.
Ales­san­dra Mauri

Ciao Gior­gio, ti ho cono­sciuto poco, ma ogni volta che ti ho visto sono sem­pre rima­sto col­pito dalla tua sere­nità e bontà d’animo, qua­lità che si per­ce­pi­scono imme­dia­ta­mente par­lando con te. La prima volta credo fosse pro­prio nella reda­zione del Mani­fe­sto a Milano, e l’ultima volta il mese scorso, bevendo birre e fumando siga­rette sul bal­cone di casa tua…e quando ho saputo della tua morte son rima­sto incre­dulo e sconvolto…e poi ho pianto…non mi capi­tava da tanto, nem­meno in casi in cui sono morti miei cari più prossimi…non so ancora esat­ta­mente per­ché, ma è come se la tua morte mi abbia creato un’angoscia inte­riore, forse per­ché se una per­sona così dolce e serena come te ha deciso di andar­sene così, allora può capi­tare a chiun­que di essere sopraf­fatto dalla sof­fe­renza, e que­sto pen­siero mi spaventa…allora quelle lacrime ver­sate forse sono state anche un po’ det­tate dall’egoismo…non lo so…ma ora spero solo che tu abbia tro­vato un po’ di quella quiete che cer­cavi. Ti abbrac­cio forte, e mando un abbrac­cio anche a chi ti è stato vicino ed è rima­sto col­pito dal tuo animo. Ciao Gior­gio.
Filippo Doria

La sua casa per me era diven­tato un rifu­gio. Arri­vavo di corsa, per un’inchiesta a caso, l’ultima sul ter­ro­ri­smo o quella sulla finanza ita­liana. E lui, che tutto som­mato mi cono­sceva abba­stanza poco, mi pren­deva con sé con quel riflesso auto­ma­tico e schi­zo­fre­nico del «siamo del mani­fe­sto quindi con­di­vi­diamo pane e com­pa­na­tico». Di notte, se fuori non nevi­cava, gira­vamo Milano a volte allun­gando la strada fino alla sua Varese. Il poco che ho impa­rato su quei posti lo devo a lui. E pro­prio que­sto mi veniva in mente di Gior­gio ieri pome­rig­gio, par­lando col suo com­pa­gno di banco e avven­tura: se tutti quelli che lo cono­sce­vano indo­vi­na­vano la sua sen­si­bi­lità, solo chi aveva la for­tuna di avvi­ci­narsi un po’ di più sco­priva quanto fosse gene­roso. E capace di essere lui, appa­ren­te­mente così fra­gile, un appog­gio per gli altri.
Sara Mena­fra, Roma

Leggo con ango­scia e sgo­mento della scom­parsa di Gior­gio Sal­vetti. Fra le (troppe) firme scom­parse dal colo­fon negli ultimi anni, la sua è una di quelle che mi man­che­ranno di più: Per l’età, la gene­ro­sità, l’impegno, la pro­fes­sio­na­lità, ma anche la comune appar­te­nenza alla ridotta mila­nese del gior­nale. Un forte abbrac­cio alla fami­glia, a tutti voi e a Luca.
Andrea Voglino

Oggi ho letto la noti­zia che mai avrei voluto. Per chi vive a Milano, Gior­gio era un punto di rife­ri­mento. E penso che lo fosse diven­tato per tutti i let­tori. Leg­geva la dif­fi­cile realtà che ci cir­conda con pro­fon­dità e ric­chezza che coniu­gava ad uno scri­vere chiaro, raro da tro­vare. I suoi arti­coli, inol­tre, erano pieni di sin­cera pas­sione civile. Sapeva infor­mare e scuo­tere le coscienze. Lo ricordo sem­pre pre­sente alle nume­rose ini­zia­tive per tenere vivo il mani­fe­sto. In quelle occa­sioni, sapeva esporre i pro­blemi, ascol­tare, met­tersi in gioco e tra­smet­tere la volontà di supe­rare insieme gli osta­coli. Ci man­cherà.
Luigi Carosso

Ciao caro Gior­gio, ricor­derò sem­pre la tua deli­ca­tezza e dispo­ni­bi­lità, il tuo carat­tere sen­si­bile e gen­tile, mai rude o aggres­sivo. Virtù pre­ziose, dav­vero rare.
Anto­nio Sciotto

Ho avuto la for­tuna di lavo­rare al mani­fe­sto una sola estate, quella del 2008. Nelle stesse set­ti­mane venne a dare una mano nella reda­zione romana anche Gior­gio. Sco­prire la sua età per me fu una sor­presa. Quando leggi per anni una firma, imma­gini sem­pre che die­tro ci sia un volto adulto, esperto, segnato dal tempo. Nulla di tutto que­sto: Gior­gio era un ragazzo, bar­betta e occhiali in volto, e un sor­riso sem­pre iro­nico nel com­men­tare, ben prima dei giu­dici, i disa­stri della giunta pro­vin­ciale di Penati. Anche dai ricordi s’impara. Un abbrac­cio, a chi resta e a chi non c’è più
Enrico Miele

Che la terra ti sia lieve com­pa­gno Gior­gio.
Alfredo

Buon­giorno a tutti, vor­rei inviarvi un pen­siero da parte mia e dei miei geni­tori. Un anno fa è venuto a man­care mio nonno e que­sta è la poe­sia che gli abbiamo lasciato. Invic­tus: «Dal pro­fondo della notte che mi avvolge, / Nera come l’abisso da un estremo all’altro, / Rin­gra­zio qua­lun­que divi­nità esi­sta / Per la mia anima invin­ci­bile. Nella feroce morsa delle cir­co­stanze / Non ho arre­trato, né gri­dato. / Sotto i colpi d’ascia della sorte / Il mio capo è insan­gui­nato, ma indo­mito. Oltre que­sto luogo d’ira e lacrime / Incombe il solo Orrore delle ombre / Eppure la minac­cia degli anni / Mi trova e mi tro­verà senza paura. Non importa quanto stretta sia la porta, / Quanto carica di puni­zioni la sen­tenza, / Io sono il padrone del mio destino: / Io sono il capi­tano della mia anima». (Wil­liam Ernest Hen­ley). Un saluto a pugno chiuso per chi lotta per i pro­pri sogni a fianco degli ultimi.
Fran­ce­sca, Gio­vanni e Cin?zia?.do per Giorgio

Appeso / sull’albero / della vita / spo­glio… ciao gior­gio
Paola Buc­cianti

Ciao com­pa­gno Gior­gio, di te mi rimane il pia­ce­vole ricordo di un gior­na­li­sta mili­tante, che ha rac­con­tato in modo unico e straor­di­na­rio la lotta delle lavo­ra­trici e dei lavo­ra­tori del San Raf­faele. La tua inchie­sta, pub­bli­cata sul pagi­none del mani­fe­sto del 7 feb­braio 2013 è stato un impor­tante con­tri­buto, così come i tuoi inter­venti nei momenti più duri della lotta. Gra­zie. Addio Poeta estinto.
Mar­ghe­rita Napoletano

La noti­zia della scom­parsa di Gior­gio Sal­vetti mi addo­lora. Negli incon­tri avuti e nelle tele­fo­nate ho sem­pre apprez­zato la sua gen­ti­lezza e dispo­ni­bi­lità. Le più sen­tite con­do­glianze ed un forte abbrac­cio ai suoi fami­liari, a tutto il col­let­tivo ed a Luca.
Anto­nio Corbeletti,Voghera (Pv)

Ritengo sem­pre utile “ade­rire” al Vivere, spesso ricor­dando le assenze che dovreb­bero nar­rare di un “valore”, la vita, che la moderna con­ce­zione di società troppo spesso con­duce ad egoi­smi ric­chi ed anno­iati. Da un lan­cio letto su un pro­filo Fb ade­ri­sco — memo­ria e ricordo. Non altro.
Giu­seppe Giorgi, Napoli

Un abbrac­cio per la per­dita del col­lega!
Michele De Giovannini

Non cono­scevo Gior­gio Sal­vetti ma pro­prio ieri ho letto quello che poi ho appreso essere stato il suo ultimo arti­colo. Oggi ho letto qual­che cenno alle cir­co­stanze della sua scom­parsa. E tutto l’insieme mi ha col­pito. Nel pieno della sua atti­vità, se ne è andato così. Non deve essere stata molto felice la sua vita. I com­pleanni pos­sono essere molto tri­sti. Rivolgo a lui il mio pen­siero.
Fran­ce­sco Maura

Gior­gino, non ci credo, sei volato via, che tri­stezza! Mi sem­bra ieri la tua pre­senza al San Raf­faele per l’intervista, dal «di den­tro», a Mar­ghe­rita (mia moglie, dele­gata sin­da­cale Usb…) e ad altre/i lavo­ra­trici e lavo­ra­tori (di Usi e Cgil) dell’ospedale in lotta per il posto di lavoro e con­tro ingiu­sti­zie scan­da­lose! Anche se in quel momento eri in cassa inte­gra­zione, mi hai chia­mato per vedere di «com­bi­nare qual­cosa», per aiu­tare a non lasciare iso­lata quella lotta. Uno dei pochi gior­na­li­sti di sini­stra che si è pre­sen­tato diret­ta­mente, e non per tele­fono e basta, durante quel lungo pre­si­dio, scri­vendo un bel­lis­simo arti­co­lone, chiaro e pro­fondo. Un’intera pagina del gior­nale che ha fatto cono­scere meglio, appunto dal «di den­tro», final­mente su «il mani­fe­sto», una lotta così lunga, impor­tante, signi­fi­ca­tiva, piena di risvolti e con­te­nuti sin­da­cali poco alli­neati, non omo­lo­gati e assai sco­modi, sep­pur con le “media­zioni” lin­gui­sti­che “obbli­gate” che ti è toc­cato fare…per non irri­tare troppo certi buro­crati!
Ti cono­sco dai tempi dalle “mie” lotte den­tro l’Alcatel di un po’ di anni fa e per le prime cene di soli­da­rietà di Metro­mondo per «il mani­fe­sto», in cui par­te­ci­pavi volen­tieri con Luca e Manuela. Ci sen­ti­vamo ogni tanto, per reci­proco biso­gno, per rac­con­tarci, per far sapere, ed eri sem­pre cor­tese, carino, dispo­ni­bile… Non c’era volta, fin quando c’è stata la pagina mila­nese del gior­nale, che non met­tevi gli annunci degli eventi di Metro­mondo, la cui sop­pres­sione è stata vera­mente tri­ste anche per te… Al momento non so ancora bene il come e il per­ché mai hai deciso di andar­tene, dopo inda­gherò, ma ora mi è venuto istin­tivo di pian­gere e di mani­fe­stare la mia vici­nanza scioc­cata, per dirti subito qual­cosa, sono vera­mente toc­cato, incaz­zato. Addio Gior­gino bello, per come ti ho cono­sciuto io sei un bel­lis­simo angelo volato via troppo in fretta! Mi/ci man­che­rai… Anche gli altri com­pa­gni di Metro­mondo che ti hanno cono­sciuto sono vera­mente addo­lo­rati della tua scom­parsa, Gior­gino… Ciao.
Gino Perri, Milano

Ho cono­sciuto Gior­gio molti anni fa. Non posso dire fosse un mio amico, ma amico di amici che poi ho incon­trato di nuovo ogni qual­che anno. Ci tro­va­vamo spesso nel ten­ta­tivo di assem­blare qual­che per­for­mance poetico-musicale, è finita rego­lar­mente in bir­rette e chiac­chiere e sale prove al limite del pos­si­bile. Ne ricordo soprat­tutto lo sguardo e il sor­riso, iro­nici ma buoni, che mi davano sem­pre un’impressone di dol­cezza e sta­tura, di intel­li­genza e com­pren­sione. La noti­zia mi col­pi­sce molto tri­ste­mente, sono vicino al dolore di tutti quelli che gli hanno voluto bene.
Paolo Triulzi

Ho cono­sciuto Gior­gio Sal­vetti e Luca Fazio quin­dici anni fa, quando come uma­ni­sti era­vamo tra i pochis­simi a occu­parci della ver­go­gna del Corelli. Con enormi dif­fi­coltà buro­cra­ti­che entra­vamo in quel posto di ingiu­sti­zia e umi­lia­zioni e gli unici a dare spa­zio alle nostre denunce e ai nostri rac­conti erano Gior­gio e Luca. Poi, nel 2006, gli abbiamo fatto cono­scere Tomas Hir­sch, can­di­dato pre­si­den­ziale dell’alleanza di sini­stra cilena «Jun­tos Pode­mos», durante una sua visita in Ita­lia. Ricordo un pranzo in una trat­to­ria vicina all’allora sede della reda­zione mila­nese del mani­fe­sto, in un’atmosfera alle­gra e intensa, piena di domande curiose e rispo­ste inte­res­santi. Ne è uscito un bell’articolo su un feno­meno poco cono­sciuto in Ita­lia. Non so per­ché Gior­gio abbia scelto di andar­sene, ma voglio ricor­dare la sua curio­sità, alle­gria e aper­tura.
Anna Polo

Abbiamo avuto la for­tuna di cono­scere, leg­gere ed apprez­zare il lavoro di Gior­gio. La sua scom­parsa ci riem­pie di dolore e ci fa sen­tire più soli. Espri­miamo con affetto e vici­nanza le nostre con­do­glianze alla fami­glia e alle compagne/i del il mani­fe­sto, Ciao Gior­gio che la terra ti sia lieve.
Le compagne/i dell’Osservatorio sulla Repressione

Non ho cono­sciuto per­so­nal­mente Gior­gio, ho letto qual­cosa di quello che ha scritto su «il mani­fe­sto», avendo vent’anni di più vor­rei con­si­de­rarlo quasi un figlio che ha lavo­rato per un gior­nale che ho sem­pre amato (sì, amato), che ha espresso idee che ho sem­pre amato e con­ti­nuo ad amare. Voglio sol­tanto dire ai parenti, agli amici, ai col­le­ghi del «mani­fe­sto» il mio essere loro vicini e che per Gior­gio sia lieve ora il cam­mino, con il sor­riso delle stelle, nei campi elisi della pace eterna.
Guido Capizzi

Addo­lo­rato dalla tra­gica noti­zia mi man­che­ranno di Gior­gio le sue cro­na­che e le sue ana­lisi su Milano, sem­pre esatte e chiare come l’ultima su Expo. Il ricordo va quando discu­temmo degli affari di For­mi­goni e degli arre­sti dei diri­genti di infra­strut­ture Lom­barde: intuì la gra­vità della situa­zione e denun­ciò meglio di altri l’estesa rami­fi­ca­zione di quella atti­vità cri­mi­nale den­tro le isti­tu­zioni. Un abbrac­cio alla fami­glia e alla reda­zione del mani­fe­sto.
Mau­ri­zio Giufrè

Dolore per Gior­gio. Per la sua fami­glia.
Laura, Torino

Mi duole molto aver saputo che hai deciso di lasciarci. Non dimen­tico le tue gesta sem­plici e umane accanto ai senza voce, non dimen­tico la tua gene­ro­sità e dispo­ni­bi­lità quando ti chie­devo di pub­bli­care un annun­cio per una ini­zia­tiva sul Nica­ra­gua. Ciao Gior­gio, ci man­che­rai ma, non ti dimen­ti­che­remo per­ché lo so che sarai sem­pre vicino e accanto a chi lotta.
Angela

«Ciao Gior­gio, sono Mauro rie­sci a met­tere in pagina per domani una man­chette 2×84 che mi hanno appena con­fer­mato?»… era la mia clas­sica tele­fo­nata a sera quando ormai la pagina era già appron­tata ma quelle pub­bli­cità, ancor­ché poche, aiu­ta­vano a tenere in piedi l’edizione mila­nese e allora sman­tel­lavi e rifa­cevi tutto da capo… poi gli anni in uffi­cio insieme in via Pin­de­monte con Luca, con Mario… non ci vede­vamo da tanto, troppo tempo… ciao Gior­gio…
Mauro Maran­goni

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