Giannini: «Abolire le supplenze a scuola»
Istituzione della «meritocrazia» tra gli insegnanti e riforma della professione docente su tre fasce stipendiali: insegnanti ordinari, esperti e senior. Lo stipendio dei professori a scuola sarà così legato al «merito» e non all’anzianità di servizio. Da istituzione pubblica, la scuola italiana verrà trasformata secondo i criteri aziendalistici dove c’è la concorrenza tra i dipendenti e i dirigenti sulla base del loro rendimento nella formazione degli studenti e della «produttività» degli istituti in cui lavorano. «Chi fa di più prende più soldi» è l’idea di fondo dell’esecutivo.
Poi c’è l’eliminazione delle supplenze brevi per 400 mila docenti precari iscritti alle graduatorie di istituto e creazione dell’«organico funzionale». Quello «di fatto», sul quale è organizzata la scuola italiana dovrebbe andare in soffitta. Sono i punti principali della «riforma» della scuola alla quale starebbe lavorando il governo Renzi in vista dell’atteso Consiglio dei ministri di venerdì 29 agosto.
In quella occasione, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini presenterà una «visione» articolata in «29 linee guida». «I supplenti non saranno eliminati fisicamente» ha precisato ieri Giannini al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini.
Per Giannini le supplenze andranno «riconsiderate», anche perché «si sa già dall’inizio dell’anno scolastico quali sono i posti da sostituire stabilmente» ma «un meccanismo perverso che ci trasciniamo da decenni non ci consente di lavorare se non con l’organico di diritto e quindi di riempirlo attraverso le graduatorie». Il suo obiettivo è «ragionare in termini di organico funzionale e non di organico di diritto che si distingue dall’organico funzionale. Le supplenze non fanno bene nè a chi le fa nè a chi le riceve».
Si parla inoltre di un ripescaggio della «legge Aprea» che il governo Monti era stato costretto a ritirare dopo una massiccia mobilitazione degli studenti medi nel 2012; del perfezionamento dell’alternanza «scuola-lavoro» sul «modello tedesco»: gli studenti degli istituti professionali e tecnici andranno a lavorare da aprpendisti sin dal 4° anno. Si vocifera di un piano straordinario di immissioni (100mila) in ruolo su tutti i posti vacanti e un concorso ogni due anni. Per Mimmo Pantaleo (Flc-Cgil) «se rispondono a verità le indiscrezioni sugli scatti e la meritocrazia fuori dal sistema contrattuale per noi è inaccettabile». Le «linee guida» verranno discusse per due mesi da settembre. Il «pacchetto» dovrebbe contare su fondi ulteriori rispetto al miliardo stanziato sull’edilizia scolastica.
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