India, l’addio di due studentesse: “Stuprate e umiliate”

by redazione | 28 Agosto 2014 8:35

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Insieme si sono preparate una bibita fresca di mango. Poi ci hanno messo dentro un veleno chimico e hanno bevuto tutto d’un sorso. Così sono morte due studentesse indiane che sognavano di andare in America e sono rimaste invece vittime di maschi prepotenti e del clima puritano di una città di provincia in via di industrializzazione, nel cuore dell’Haryana, lo Stato più vicino alla capitale. Nikita Duhan, 17 anni e la sua amica Madhu, 16, hanno lasciato sui tavoli dell’Istituto liceale di Rohtak, dove sono state trovate agonizzanti,
due lunghe note chiaramente destinate a diventare pubbliche, e a riportare l’India nel clima di shock seguito due anni fa allo stupro e l’uccisione di una studentessa a bordo di un autobus di Delhi.
In sei e quattro pagine rispettivamente, Nikita e Madhu hanno spiegato che intendevano col loro gesto salvare il proprio onore e quello della famiglia, oltre a denunciare il clima di paura, intimidazione e vergogna che è seguito al loro stupro e che le ha strappate agli studi, con il rischio — anzi l’angoscia — di non venire ammesse al college di Gurgaon a New Delhi. Era questa la porta d’accesso a corsi superiori e a un lavoro negli Usa. «Mi dispiace di non aver potuto coronare il vostro sogno — scrive Nikita — Ma non sopporto questa tensione quotidiana».
Entrambe hanno spiegato nei dettagli il clima nel quale sono costrette a vivere le ragazze a Rohtak. «Ogni giorno qualche uomo nuovo veniva a inseguirci. Usavano espressioni volgari e offrivano numeri di telefono — ha scritto Madhu — La gente attorno ci guardava come se avessimo fatto qualcosa di sbagliato. Voi sapete quante malelingue ci sono qui… la gente dirà che abbiamo incoraggiato questi uomini a seguirci, ma noi siamo innocenti». Madhu ha anche indicato il nome e il numero di targa della moto di uno dei ragazzi che la importunavano, rintracciato ora dalla polizia.
Il resto delle missive è dedicato ai familiari. Nikita scrive che ha lasciato in un cassetto 200 rupie, meno di 4 euro, per comprare una T-shirt promessa alla sorella minore, e prega di dare il suo orologio da polso al fratello per indossarlo «ogni volta che va ad un esame. Gli porterà fortuna». Madhu chiede a sua madre di non buttare via le sue cose: «Tornerò in qualche forma e ci rincontreremo, se Dio vuole».

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