Kerry spiato. Lo sgarbo del Mossad agli Usa

Kerry spiato. Lo sgarbo del Mossad agli Usa

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Anni fa. Un hotel a Gerusalemme. La suite dell’allora vicepresidente americano Al Gore. Un agente del Secret Service entra nel bagno per un’ispezione di routine e sente uno strano rumore provenire dalla finestrella dell’aria condizionata. Alza lo sguardo e si accorge che c’è un uomo. L’agente «reagisce» con un finto colpo di tosse. Il misterioso individuo scompare. L’episodio, svelato dal giornalista americano Jeff Stein in maggio, è solo uno dei molti colpi bassi tirati dall’intelligence israeliana all’alleato Usa. L’uomo nel condotto era una spia, probabilmente del Mossad.
E questi brutti scherzi sono andati avanti per anni. Fino a ieri. Il settimanale tedesco Der Spiegel ha rivelato che i servizi israeliani — e quelli di un altro Paese non identificato — hanno monitorato le conversazioni telefoniche del segretario di Stato statunitense John Kerry durante la mediazione per rilanciare il processo di pace nel 2013. Le «talpe» avrebbero ascoltato i contatti che il capo della diplomazia Usa ha tenuto usando telefoni non criptati. Un comportamento a dir poco strano, in quanto dal Dipartimento di Stato fino alla Casa Bianca sanno bene che in questo campo non ci sono amicizie che tengano. E sono consapevoli che gli israeliani li spiano. Kerry ha commesso un errore da principiante o voleva che il Mossad buttasse l’orecchio?
La notizia pubblicata dallo Spiegel non arriva certo da sola. I rapporti tra il segretario di Stato e gli interlocutori israeliani non sono stati mai così freddi. Ai vecchi contrasti si sono aggiunte gaffe e fughe di notizie da entrambe le parti. Mosse chiaramente pilotate. Kerry si è lasciato scappare a microfoni aperti una frase di critica contro le tattiche di Israele a Gaza: «Meno male che usano azioni chirurgiche», ha detto. Poi la Casa Bianca ha fatto trapelare sulla stampa la «seria preoccupazione» espressa da Obama in un colloquio telefonico con il premier Netanyahu.
A questi commenti gli israeliani hanno risposto facendo emergere tutto il loro risentimento prendendo di mira proprio Kerry. Il segretario di Stato — secondo la versione di Gerusalemme — aveva sposato in pieno le proposte del Qatar e della Turchia finendo per «dare un premio ai terroristi» di Hamas. Frizioni rese ancora più ruvide dal passato.
Nella ricostruzione dello Spiegel si racconta come Kerry abbia cercato di rivitalizzare i colloqui tra Israele e Autorità palestinese ma si sia subito scontrato con Gerusalemme. In particolare dopo la decisione a sorpresa del governo Netanyahu di autorizzare la costruzione di altre 700 case all’interno delle colonie in Cisgiordania. Gesto che è stato interpretato dagli Usa come un doppio affronto. Ed è in quel frangente che gli israeliani, probabilmente con l’unità 8200, hanno spiato le conversazioni di Kerry con diversi personaggi mediorientali ricavandone informazioni utili per le loro mosse future.
Guido Olimpio



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