Netflix revolution

Netflix revolution

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IL NOSTRO modo di guardare la tv sta per cambiare. Basta antenne, decoder e parabole, dimentichiamo il digitale terrestre o i cavi: la tv in streaming sta per conquistare il mondo e per farlo ha un’arma che si chiama Netflix, il servizio americano nato nel 1997 come azienda di noleggio di dvd e oggi diventato un colosso della visione on demand via Internet di film, documentari e serie tv, circa cinquantamila titoli visibili (dieci volte più della concorrenza) con un abbonamento intorno agli otto euro mensili. Il sistema è semplice, una volta sottoscritto l’abbonamento, pagando quindi una sola volta al mese, si ha accesso alla libreria dei contenuti, si sceglie il programma, il film o la fiction e, clic, il gioco è fatto. Si può ovviamente mettere il film in pausa, si può interrompere la visione e riprenderla anche ore dopo, si possono vedere più contenuti in un unica sera, insomma l’intero repertorio delle possibilità di una tv on demand, senza orari, palinsesti e pubblicità. Il servizio ha già conquistato la fiducia di circa cinquanta milioni di utenti, di cui trentotto milioni negli Stati Uniti. Netflix c’è già in Gran Bretagna, Scandinavia e Paesi Bassi, a settembre arriverà in Germania, Francia, Austria e Svizzera. In Italia dovremmo aspettare il 2015 per problemi di acquisizione di diritti dei film italiani e perché la nostra banda larga funziona nettamente peggio rispetto alla media europea.
Come fare, però, a vedere Netflix nel nostro paese nel frattempo? L’app di Netflix si può scaricare solo dagli store dei paesi dove è in funzione, ma l’ostacolo tecnico può essere facilmente aggirato. Sul web ci sono infatti diversi servizi che consentono di cambiare il nostro DNS, domain name system , cioè il numero che identifica da dove parte il nostro collegamento e che consente al sistema di Netflix, come a molti altri, di sapere da dove arriva un utente. Noi abbiamo usato Unlocator ( www.unlocator. com ma va bene anche www. blockless. com) che, con pochissimi clic e una spesa contenuta (meno di cinque euro al mese), ci consente di cambiare DNS e quindi di diventare “apolidi” durante la navigazione in Rete. Una volta aperto l’account straniero lo si potrà usare per scaricare l’applicazione gratuita di Netflix e il gioco, a quel punto, sarà fatto. Si avranno a disposizione più contenuti di quanto un essere umano è ragionevolmente in grado di vedere nel tempo libero.
Netflix è riuscito in un’operazione assolutamente diversa da quella di qualsiasi altro operatore indipendente del settore, ovvero quella di produrre contenuti originali di altissimo livello, come Lilyhammer, con Little Steven o Arrested Development : la serie del 2003 ha vinto sei Emmy Awards e un Golden Globe, è stata una delle più premiate ed elogiate dalla critica degli anni duemila e l’anno scorso Netflix l’ha ripresa producendo la quarta stagione. Ma l’esempio più noto è quello di House of Cards, la serie con Kevin Spacey che in Italia è stata offerta in tv da Sky.
I programmi originali, dunque, fanno di Netflix un ibrido, ovvero un servizio di cinema e tv on demand per dispositivi fissi e mobili che, però, è anche un produttore televisivo, in concorrenza con le altre reti. Netflix produce anche documentari: come The Lady in Number 6, Oscar 2013 sulla vita della più anziana sopravvissuta all’Olocausto, o The Square, sulla rivolta di piazza Tahrir, candidato all’Oscar 2014. Strada imboccata anche da altri colossi della rete: a produrre programmi televisivi, visibili in streaming attraverso il web o scaricabili, c’è anche Yahoo!, che ha realizzato una serie animata prodotta da Tom Hanks e che tra poche settimane varerà i suoi primi programmi d’informazione, dopo aver assoldato una delle “anchor woman” più celebri d’America, Katie Couric, e che lancerà due nuove serie all’inizio dell’anno. E Amazon che con i suoi Amazon Studios non solo si è messa alla caccia di nuovi talenti emergenti e sta lavorando su decine di nuovi progetti, ma ha già prodotto alcune serie interessanti come The After, firmata da Chris Carter, l’autore di X-Files e ha assoldato attori del calibro di John Goodman ( Alpha House) e messo insieme la curiosa coppia formata da Gabriel Garcia Bernal e Malcolm McDowell ( Mozart In The Jungle). I grandi operatori televisivi, visto il successo di Netflix, stanno già correndo ai ripari, e moltissime sono le offerte web dei canali maggiori, sia solo sul web che in connessione con gli abbonamenti attivi per la tv. Anche in Italia le offerte sono molteplici, da Sky Online di Sky a Infinity di Mediaset, passando per Apple TV, Chili Tv o la nostra Repubblica.Tv, primi passi verso una forma di consumo televisivo più simile a quello della musica con servizi come Spotify o iTunes, senza orario e palinsesto, e visibili ovunque, anche senza televisore.
Si può vivere di solo Netflix senza più una tv normale? Sostanzialmente sì, affiancandolo magari a un canale all news gratuito su Internet per accedere alle notizie. Manca però lo sport, e per molti italiani non è un dettaglio. Ha un senso abbonarsi a Netflix già ora? Considerando che fin quando il servizio non arriverà ufficialmente in Italia programmi e film sono tutti in inglese, la programmazione non è accessibile a tutti. Quando arriverà in italiano, sommando i servizi analoghi già attivi da noi, probabilmente la “vecchia” tv potrà andare in pensione.



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