Gratis in Emilia Romagna con il ticket in Toscana La mappa dell’eterologa

by redazione | 6 Settembre 2014 17:10

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ROMA — Via all’eterologa pubblica. Le Regioni sono partite con gli atti amministrativi per renderla al più presto una realtà in ospedale secondo quanto ha stabilito la sentenza della Corte Costituzionale.
Ma per l’esecuzione pratica, cioè i cicli sulle pazienti, passeranno se va bene almeno un paio di mesi. Un conto è riempire le liste d’attesa e raccogliere le prenotazioni con numeri verdi. Diverso è arrivare ai trattamenti veri e propri sulle coppie. Dopo l’accordo chiuso giovedì scorso tra i governatori restano da compiere infatti passaggi tecnici. I punti da chiarire e gli ostacoli non mancano. Conteranno molto le capacità organizzative e l’esperienza delle 21 sanità locali.
Non è un caso che presidenti e assessori regionali invochino l’arrivo di una normativa primaria. Necessaria, sostengono, a uniformare la materia e agevolare la realizzazione di strumenti indispensabili per rendere l’eterologa una macchina sicura. A cominciare dal registro unico dei donatori presso il centro nazionale trapianti. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin aveva preparato un decreto, dove tra l’altro venivano stanziati 10 milioni per coprire il costo delle nuove cure a carico del servizio pubblico.
Il testo è stato adottato, con qualche modifica, dai governatori. Ora è in mano ai capigruppo parlamentari perché sia trasformato in un emendamento da agganciare a una legge già in corso. Laura Boldrini, presidente della Camera, si è congratulata con le Regioni e il loro coordinatore, Sergio Chiamparino: «Ottimo lavoro. Mi sembra non ci sia un vuoto legislativo, è stata eliminata una discriminazione. Lo ritengo un passaggio determinante, gli italiani per troppi anni sono stati costretti a fare viaggi della speranza all’estero a costi molto alti».
Nel giro di un paio di settimane le Giunte dovrebbero trasferire in una delibera il contenuto delle linee guida transitorie. Ci sono però dei punti in sospeso. Come regolarsi con i ticket, meglio definiti compartecipazione alla spesa? Le donne infertili di età inferiore ai 43 anni, limite che da diritto al rimborso, dovranno versare un contributo come succede per altre prestazioni, ad esempio l’intervento alla cataratta? Il costo maggiore, circa 3 mila euro, lo sosterranno le Asl in attesa di un auspicato fondo del ministero.
In Emilia Romagna l’eterologa — che prevede la donazione di gameti (spermatozoi e ovociti) — sarà gratuita. L’assessore Carlo Lusenti ritiene che sarà difficile imboccare un’unica strada «perché i ticket sono una scelta autonoma delle Regioni, certo sarebbe l’ideale restare uniti anche su questo». È stata convocata per il 24 settembre dal Veneto, capofila delle Regioni, una nuova riunione tra gli assessori italiani per trovare una unica tariffa convenzionale.
La Liguria, dopo la Toscana, ha battuto tutti, ieri ha deliberato. Per il ticket si deciderà in un secondo tempo. Claudio Montaldo, vicepresidente della Giunta di Burlando, suggerisce di scaglionarli in base al reddito. La Toscana è avanti. È partita a luglio introducendo una compartecipazione di 500 euro. Il Piemonte stabilirà forse 600 euro. Secondo l’assessore alla Sanità Carlo Saitta la difficoltà principale é però la raccolta dei dati dei donatori «perché dovremo istituire dei registri ospedalieri e basarci sulle autodichiarazioni dei volontari che si impegnano a non fare ulteriori donazioni in altri centri». Questo per evitare che venga superata la soglia di 10 figli ciascuno indicata nell’accordo.
Di eterologa pubblica si è discusso ieri in Lombardia. Anche il presidente Roberto Maroni insiste sull’urgenza di una legge. La delibera è in calendario al Pirellone lunedì 15 settembre. «Il documento ha salvaguardato principi per noi irrinunciabili — dice l’assessore Mario Mantovani —. Abbiamo chiesto che venisse rispettato l’anonimato del donatore e che quindi i suoi dati anagrafici non fossero disponibili neppure quando il bambino nato avesse compiuto 25 anni, come era scritto nella bozza precedente». Si stanno muovendo e intendono concludere in tempi rapidi anche Basilicata, Friuli Venezia Giulia e Puglia.
Margherita De Bac

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