I sindacati in ordine sparso

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Il gran val­zer della mobi­li­ta­zione sin­da­cale parte oggi. Rot­ta­mata — par­don, archi­viata — l’espressione “autunno caldo”, ormai indi­ge­sta agli stessi lea­der sin­da­cali, tocca alla Cisl muo­vere per prima sulla scac­chiera. Raf­faele Bonanni gio­cherà d’attesa: all’Esecutivo pro­porrà — assieme ai lan­di­niani incon­tri con tutti i gruppi par­la­men­tari — una sem­plice mobi­li­ta­zione sul territorio.

Nes­sun annun­cio robaoante, nes­suna mani­fe­sta­zione nazio­nale o scio­pero che sia. Una mossa atten­di­sta, figlia di una stra­te­gia ben pre­cisa: lasciare alla Cgil il com­pito di ricu­cire dopo lo strappo — almeno così è stato vis­suto in Cisl — della fuga in avanti della scorsa set­ti­mana di Susanna Camusso: l’annuncio della mani­fe­sta­zione nazio­nale per ini­zio otto­bre. Bonanni non se lo aspet­tava ed è rima­sto piut­to­sto con­tra­riato, anche per­ché la mani­fe­sta­zione manda a monte l’impegno già preso a giu­gno da Cgil, Cisl e Uil di un Ese­cu­tivo uni­ta­rio che doveva fare la sin­tesi delle assem­blee sui luo­ghi di lavoro tenute su pen­sioni e fisco. In Cisl quindi si atten­dono una sorta di «mar­cia indie­tro» da parte di Camusso, un’esplicita richie­sta di neces­sa­ria unità con­fe­de­rale come con­di­zione neces­sa­ria per por­tare avanti la manifestazione.

Domani toc­cherà infatti alla Cgil riu­nire il pro­prio Diret­tivo e deci­dere sui tempi e i modi della «piazza per il lavoro» lan­ciata dal segre­ta­rio gene­rale. La tem­pi­stica dell’annuncio ha spiaz­zato molti in Cgil: alcuni para­dos­sal­mente per lo stesso motivo che ha fatto andare su tutte le furie Bonanni — la tem­pi­stica non con­cor­data — , altri sono invece rima­sti spiaz­zati dal fatto che la mobi­li­ta­zione andrebbe a depo­ten­ziare le tante mobi­li­ta­zioni di cate­go­ria già annun­ciate: dagli sta­tali alla scuola, dai call cen­ter ai poli­ziotti. Susanna Camusso nella sua rela­zione sarà dun­que chia­mata a distri­carsi in que­sta rete di attese, met­tendo già in conto malu­mori e cri­ti­che, sia da den­tro che da fuori la Cgil.

Ma il segre­ta­rio gene­rale della Cgil ha deciso di rom­pere gli indugi per motivi oppo­sti ai cal­coli sin­da­cali. Sen­titi i primi scric­chio­lii nel finora tetra­gono soste­gno al governo Renzi, ha voluto cogliere la palla al balzo per uscire dall’angolo in cui il pre­mier la sta costrin­gendo. L’economia che non riparte e anzi peg­giora, la selva di annunci che non ha por­tato una riforma reale che sia una, hanno creato uno spa­zio di movi­mento, por­tando Camusso a rilan­ciare sull’idea di cam­bia­mento. Un cam­bia­mento che punta pro­prio sui quei gio­vani e su quei pre­cari usati — secondo Camusso — stru­men­tal­mente da Renzi per attac­care il sin­da­cato. Da qui la pro­po­sta di riscrit­tura dello Sta­tuto dei lavo­ra­tori allo scopo di allar­gare i diritti e le tutele — a par­tire dalla mater­nità — in modo da abbat­tere il muro tra garan­titi e non.

Per que­sto motivo l’idea per la «piazza del lavoro» è quella di una mani­fe­sta­zione non tra­di­zio­nale, «nuova» nelle moda­lità, che ambi­sca a mostrare il lavoro pre­ca­rio in tutte le sue sfac­cet­ta­ture. Se la moda­lità degli stand era già stata usata nella mani­fe­sta­zione del 20 otto­bre 2012 a piazza San Gio­vanni — in quell’occasione al cen­tro dell’attenzione c’erano le infi­nite ver­tenze che col­pi­vano le cate­go­rie e i ter­ri­tori, che difatti ave­vano ognuno uno stand, nell’idea di Camusso que­sta volta ogni stand dovrà rap­pre­sen­tare le tante sfac­cet­ta­ture del mondo della pre­ca­rietà: dalle false par­tite Iva ai lavo­ra­tori dei call cen­ter, dai «nuovi schiavi» della logi­stica a quelli dei sub appalti.

In que­sto qua­dro l’idea di cam­biare le tem­pi­sti­che per andare incon­tro alle richie­sta di Cisl e Uil o di alcune cate­go­rie non avrebbe senso. E tor­ne­rebbe invece d’attualità la «non con­trap­po­si­zione» con le altre mobi­li­ta­zioni, a par­tire dalla prima con­vo­cata: quella della Fiom per sabato 25 otto­bre. Una data con­fer­mata che farebbe invece slit­tare quelle uni­ta­rie di scuola e pub­blico impiego, pro­ba­bili invece per l’8 novembre.

Il tutto ver­rebbe poi accom­pa­gnato nella pro­po­sta di Camusso da un rilan­cio dell’unità con­fe­de­rale, spie­gando come la piat­ta­forma su fisco e pen­sioni debba andare avanti paral­le­la­mente. Una posi­zione che però non accon­ten­te­rebbe Bonanni e una Uil alle prese con la dif­fi­cile suc­ces­sione ad Ange­letti. Ripor­tando d’attualità la piazza della sola Cgil.



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