“Ottocento migranti morti negli ultimi cinque giorni è un omicidio di massa” L’Onu lancia l’allarme

“Ottocento migranti morti negli ultimi cinque giorni è un omicidio di massa” L’Onu lancia l’allarme

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PALERMO . Nell’ultimo fine settimana, è stata una strage nel Mediterraneo. Cinque naufragi in tre giorni, quasi 800 migranti morti. «È una crisi umanitaria senza precedenti», denuncia l’Unhcr, l’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu.
«Dall’inizio dell’anno i morti sono 2.500, solo 2.220 da giugno». Il primo naufragio è avvenuto venerdì, al largo di Malta: 9 sopravvissuti e 300 dispersi. Poche ore dopo, altre due tragedie, davanti alle coste egiziane e libiche. Tra sabato e domenica, stesso drammatico copione. L’ultima tragedia, davanti alle coste di Tripoli: un barcone che trasportava oltre 250 persone è affondato davanti a Tajoura, il tormentato sobborgo a Est della capitale, epicentro degli scontri armati tra milizie rivali.
«Al momento abbiamo salvato solo 36 persone, ma ci sono molti cadaveri in mare», ha detto il portavoce della Marina libica, Ayub Qassem, precisando che la maggior parte delle vittime arriva dall’Africa, sono soprattutto donne. «Ci sono tantissimi cadaveri che galleggiano», è la drammatica descrizione di Qassem.
«È un omicidio di massa», conferma l’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, rivelando che mercoledì scorso sono morte quasi 500 persone nel naufragio avvenuto al largo di Malta. A causare l’incidente sarebbero stati gli stessi scafisti, che da una seconda imbarcazione avrebbero di proposito fatto colare a picco il barcone con a bordo i migranti, con i quali era nato un violento scontro. «La maggior parte delle persone sono cadute in mare e affogate — riferisce l’Oim — altre sono riuscite a restare a galla aggrappandosi a mezzi di fortuna». Intanto, il ministero dell’Interno Angelino Alfano immagina che dal primo novembre possa esserci un passaggio di testimone fra “Mare Nostrum”, la missione italiana di salvataggio nel Canale di Sicilia, e “Triton”, l’operazione targata Europa.
Ma il cambio della guardia non si presenta affatto semplice. Da Bruxelles hanno fatto sapere più volte che Frontex non ha ancora i mezzi necessari per sostituire un’operazione tanto complessa come quella italiana. «Il lancio di Triton dipenderà sostanzialmente da due condizioni – ha detto il direttore esecutivo Jil Arias in un’audizione all’Europarlamento – la disponibilità dei fondi che saranno trasferiti dalla Commissione Ue e la disponibilità degli stati membri a partecipare». Dall’1 gennaio sono sbarcati in Italia 125.876 persone, tra cui 9.820 minori non accompagnati.



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