Primi due senatori per Marine Le Pen Schiaffo a Hollande
PARIGI Marine Le Pen osava sperare nell’elezione di un senatore, ne ha avuti due. Per la prima volta, il Front National entra nella Camera alta che, con l’Assemblea nazionale, compone il Parlamento francese. «È un risultato oltre le aspettative, siamo ormai presenti nell’insieme delle assemblee della Repubblica, i nostri compatrioti coglieranno il potente simbolo di speranza e rinnovamento», ha detto — con toni ormai da statista — la leader del partito un tempo ai margini della vita politica francese. Il Senato torna a destra, all’Ump, come tre anni fa, e la sinistra al governo raccoglie una nuova batosta. Ma è il successo del Front National, l’ennesimo, a fare notizia.
Circa 88 mila grandi elettori (sindaci, consiglieri comunali, deputati) sono andati alle urne ieri per rinnovare la metà dei 348 senatori francesi, scelti a suffragio indiretto. Il Senato si riunisce nel Palazzo del Lussemburgo, all’interno dell’omonimo giardino, e gode di una sede incantevole più che di un grande potere: non può far cadere il governo, in caso di disaccordo con i deputati sono questi ad avere l’ultima parola, alla fine è indispensabile solo per riformare la Costituzione.
Eppure le elezioni senatoriali hanno una grande importanza politica, specie in questi tempi turbolenti, perché sono affidate ai notabili, a persone a loro volta già elette che quindi fanno parte del sistema di potere. Un sistema che oggi abbassa il ponte levatoio e fa entrare nell’ultima fortezza delle istituzioni David Rachline, sindaco di Fréjus, e Stéphane Ravier, eletto nel VII settore di Marsiglia. Il Front National prosegue così, inesorabilmente, la sua marcia verso lo sdoganamento, e la percezione di essere un partito come gli altri, capace di gestire il potere e di piazzare i suoi uomini nei posti — anche simbolici — che contano.
Se il risultato alle europee — primo partito di Francia — è stato giudicato dagli avversari come espressione del solito voto di protesta, i due nuovi senatori indicano invece che il Front National ormai fa parte del gioco, ed è stato votato probabilmente anche al di fuori degli aderenti: l’Ump, il partito di centrodestra di Chirac e poi di Sarkozy, appare sempre meno saldo nel fare barriera contro i lepenisti. «Dopo questa porta, non ne rimane che un’ultima da spalancare — ha esultato il neo-senatore Ravier —: quella dell’Eliseo».
Le presidenziali del 2017 sono ancora lontane, ma la pessima situazione della sinistra è adesso. A marzo il partito socialista è stato travolto alle elezioni municipali, ha perso molti grandi elettori e quindi la sconfitta di ieri era prevista. Ma non in queste proporzioni: «Tra perdere la maggioranza al Senato e vedere entrare un senatore del Front National, preferisco la prima ipotesi», diceva solo due settimane fa il capogruppo socialista Didier Guillaume. Invece c’era poco da preferire, la scelta non esiste: maggioranza persa, e non uno ma due senatori Fn. Per tre anni il Ps ha avuto sette senatori in più; ora è sotto di una ventina.
Stefano Montefiori
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