Renzi: non soffro di annuncite L’orizzonte è maggio 2017

Renzi: non soffro di annuncite L’orizzonte è maggio 2017

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ROMA — «Nel momento in cui sei accusato di annuncite, malattia tipica di una parte del ceto politico, noi rispondiamo con un elenco di date alle quali ci siamo auto costretti». Il presidente del Consiglio Matteo Renzi presenta il programma dei mille giorni, che almeno in teoria chiude la strada alla tentazione delle elezioni anticipate per arrivare fino al maggio 2017, pochi mesi prima della scadenza naturale della legislatura. E lo fa tagliando virtualmente il nastro di un sito internet che dovrà dar conto dei progressi del governo sulla strada delle riforme. L’indirizzo è passodopopasso.italia.it , la parola Italia aggiunta in corso d’opera perché altrimenti si finisce su un sito dedicato alla scuola, materia sulla quale il governo è stato appena costretto al rinvio. Più che di un cronoprogramma, però, si tratta di un diario di bordo. Non un elenco di riforme da fare con relativa data di scadenza, insomma, non il famoso foglio excel. Ma una sorta di blog, dove vengono spiegati con taglio divulgativo i lavori in corso del governo: «Riforma della Pubblica amministrazione: tra risparmio, semplificazione e rinnovamento», «Tutti i cantieri dello Sblocca Italia». E via così, con la possibilità di scrivere direttamente al governo per suggerimenti o commenti.
Anche se non ci sono impegni precisi, il programma dei mille giorni arriverà in Parlamento dove, spiega il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, dovrebbe prendere la forma di un’informativa del governo. Forse in quell’occasione potrebbe diventare più concreto, un documento con titoli e scadenze. Ma se informativa sarà, non dovrebbe seguire un voto, tanto meno di fiducia. Sarebbe solo un passaggio formale, non segnerebbe la nascita di un Renzi bis, la nascita di un nuovo programma e magari pure di una nuova maggioranza.
Il virtuale taglio del nastro è l’occasione per lanciare l’idea dei «mille asili in mille giorni», che dovrebbe essere concentrata soprattutto nel Mezzogiorno. E per tornare sul dibattito andato avanti tutta l’estate a proposito delle regole per i licenziamenti: «Il problema — afferma il premier — non è l’articolo 18, che riguarda 3.000 persone l’anno in un Paese di 60 milioni di persone, ma da anni è vissuto come l’unico problema». Dice Renzi che va riscritto l’intero Statuto dei lavoratori, che «sul lavoro la Germania è un nostro modello, non un nostro nemico» e che il «contratto a tutele crescenti è uno strumento su cui credo ci possa essere un’ampia maggioranza in ambito parlamentare».
No, invece, ad un ricambio generale nella squadra di governo in vista del trasferimento a Bruxelles del ministro degli Esteri Federica Mogherini: «Non c’è nessuna discussione sul rimpasto» dice Renzi, sostenendo che la questione verrà affrontata solo alla fine di ottobre, quando la nomina della Mogherini verrà formalizzata, e forse ricordando che i guai veri per Enrico Letta cominciarono proprio quando si cominciò a parlare di rimpasto. Il sito dei mille giorni terrà il conto anche dei decreti attuativi, le norme tecniche che devono mettere in pratica leggi e decreti. L’ultimo aggiornamento dice che, se al momento di insediarsi il governo Renzi aveva ereditato 889 provvedimenti, oggi il totale è sceso a 699. In sei mesi l’arretrato è stato quasi dimezzato ma nel frattempo si sono aggiunte altre norme attuative.
Dalle opposizioni piovono critiche. Forza Italia parla di «passo del gambero», la Lega di «stupidaggini», il Movimento 5 Stelle scommette contro la riuscita della «fantomatica agenda». Ma Renzi ostenta il suo ottimismo: «Leggo di tanti giudizi sul fatto che sarebbe finita la nostra luna di miele con gli elettori. Sono le stesse frasi che leggevo una settimana prima delle elezioni europee, quindi portano bene. Magari ci diranno che siamo un po’ troppo ambiziosi o arroganti. Ma noi il Paese lo cambiamo davvero»
Lorenzo Salvia



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