Lavoro, resa dei conti nel Pd Bersani: non ci sarà la scissione Camusso: Renzi stavolta perderà

ROMA . Renzi «stia sereno», il rischio di scissione «non esiste proprio», dice Pier Luigi Bersani. «Una mediazione si può fare, è solo una questione di volontà politica», scrive Cesare Damiano. Sembrano rassicuranti le dichiarazioni dei principali esponenti della minoranza Pd in vista della Direzione sul Jobs Act, oggi alle 17 in diretta streaming. Ma l’opposizione interna non ha alcuna intenzione di accontentarsi del reintegro del lavoratore nel solo caso del licenziamento discriminatorio.
Norma che neanche ci sarebbe bisogno di scrivere, sottolineano in coro i sindacati: è già nella Costituzione. E anche nella «Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione europea», ricorda Stefano Fassina, aggiungendo che neanche l’affidamento dei licenziamenti impugnati a un arbitro piuttosto che a un giudice può essere un compromesso accettabile. «Chi ha responsabilità di dirigere deve cercare una sintesi», insiste Bersani, chiarendo che non accetterà «prendere o lasciare sull’articolo 18» e tanto meno «uno slittamento di destra nel merito dei problemi».
Dalla parte opposta il leader Ncd Angelino Alfano, che nel programma di Maria Latella “L’Intervista”, su SkyTg24, taglia corto: «Renzi sta proponendo delle cose giustissime. Io non voglio giocare al rilancio, ma la riforma del lavoro dovremmo farla subito e per decreto».
I sindacati stamane si riuniscono per cercare una posizione comune nella battaglia a tutela dell’art.18. Battaglia che ha concrete possibilità di successo, dice la leader della Cgil Susanna Camusso: «Credo che ne abbiamo, perché credo che il Paese ne abbia bisogno», risponde a Lucia Annunziata nel programma “In mezz’ora” su RaiTre. La Cgil fa asse con la Fiom di Maurizio Landini: tutti pronti, se serve, per lo sciopero generale. Mentre il leader della Uil Luigi Angeletti suggerisce a Renzi, per uniformare le tutele sul lavoro, di «non togliere niente a nessuno e dare a quelli che non hanno».
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