Riformare i corpi di polizia, senza licenziare nemmeno un agente

by redazione | 11 Settembre 2014 7:45

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Le riven­di­ca­zioni eco­no­mi­che e sala­riali dei poli­ziotti e dei cara­bi­nieri sono sacro­sante così come lo sono quelle di qua­lun­que altra cate­go­ria di lavo­ra­tori. Chiun­que si occupi di diritti umani sa che sol­tanto agenti sereni e gra­ti­fi­cati anche dal punto di vista eco­no­mico svol­ge­ranno con meno ten­sione il loro lavoro. La ten­sione d’altronde si va sem­pre a riper­cuo­tere sull’utenza, nel caso delle forze dell’ordine essa ricade su tutti noi. Dal punto di vista dei diritti umani il ragio­na­mento non fa una piega.

Le richie­ste e la pro­te­ste dei sin­da­cati di Poli­zia avven­gono nei giorni della morte tra­gica di Davide Bifolco a Napoli. C’era una antica tra­di­zione anglo­sas­sone che era quella dei bob­bies, dei poli­ziotti di comu­nità. Non ave­vano armi da sparo. Il poli­ziotto che fa pre­ven­zione nei quar­tieri deve essere una per­sona di cui la gente si fida. La parola fidu­cia è la parola chiave. Quando le Forze di Poli­zia negano la fidu­cia rom­pono il patto costi­tu­zio­nale che esi­ste tra il potere pub­blico e la cit­ta­di­nanza. In Ita­lia va rico­struito un rap­porto fidu­cia­rio tra la popo­la­zione e le Poli­zie, altri­menti la demo­cra­zia non potrà dirsi com­piuta. Nelle strade ita­liane, nelle caserme, nei com­mis­sa­riati, nelle car­ceri ha spesso pre­valso la sotto-cultura della asim­me­tria di potere anzi­ché quella demo­cra­tica fon­data sulla fiducia.

Le forze poli­ti­che, chi più e chi meno, non hanno creato argine con­tro que­sta sotto-cultura. Le poli­zie dovreb­bero essere i primi orga­ni­smi di garan­zia dei diritti umani in un paese a Costi­tu­zione avan­zata. Invece ten­dono a imme­de­si­marsi con il potere anzi­ché con i cit­ta­dini nel cui nome e nel cui inte­resse devono vice­versa ope­rare. Quando un uomo in divisa e uno senza si incon­trano per strada, ovvia­mente non durante una rapina ma nel nor­male svol­gi­mento delle fun­zioni di con­trollo pub­blico, il primo dovrebbe assi­cu­rarsi la fidu­cia del secondo. Dovrebbe sor­ri­dere e non gru­gnire. Dovrebbe sem­pre dare e di con­se­guenza pre­ten­dere rispetto. Dalla vicenda napo­le­tana dovremmo uscirne rego­la­men­tando al minimo l’uso delle armi. Abbiamo vis­suto un periodo in cui i Sin­daci nella ver­sione di sce­riffi hanno armato finan­che le poli­zie muni­ci­pali. Meno armi girano meno morti ci sono.

Detto que­sto, in epoca di spen­ding review piut­to­sto che bloc­care i salari, biso­gne­rebbe invece azzar­dare un’ipotesi di rispar­mio sicuro che è con­si­stente nell’unificare tutte le forze di Poli­zia – Cara­bi­nieri (dipen­denti dal mini­stero della Difesa), Poli­zia di Stato (dipen­dente dal mini­stero dell’Interno), Corpo Fore­stale dello Stato (dipen­dente dal mini­stero dell’Agricoltura) e Guar­dia di Finanza (dipen­dente dal mini­stero dell’Economia)– evi­tando sovrap­po­si­zioni ter­ri­to­riali e fun­zio­nali. Un discorso a parte andrebbe fatto per la Poli­zia Peni­ten­zia­ria (dipen­dente dal mini­stero della Giu­sti­zia). I cul­tori del mone­ta­ri­smo ci hanno spie­gato in que­sti ultimi anni che non dob­biamo essere con­ser­va­tori rispetto a con­qui­ste seco­lari nel mondo del lavoro e della demo­cra­zia, che la moder­nità signi­fica accet­tare tra­sfor­ma­zioni e com­pres­sioni di diritti.

E allora che la poli­tica osi. Con molto meno e senza cal­pe­stare alcun diritto. Secondo sta­ti­sti­che inter­na­zio­nali recenti (fonte Onu) l’Italia ha un numero di poli­ziotti tra i più alti al mondo. Circa 450 tra poli­ziotti, cara­bi­nieri e finan­zieri ogni 100 mila abi­tanti. In Europa sol­tanto Rus­sia e Tur­chia ci supe­rano abbon­dan­te­mente. I nostri numeri sono più alti ma vicini a quelli di Por­to­gallo, Spa­gna e Gre­cia, gio­vani demo­cra­zie reduci da non troppo lon­tane dit­ta­ture fasci­ste. Sono invece distanti dalle demo­cra­zie euro­pee con­so­li­date. In Fran­cia e Ger­ma­nia vi sono poco meno di 300 poli­ziotti ogni 100 mila per­sone. Nel Regno Unito la per­cen­tuale è la metà di quella ita­liana In Sve­zia è di poco più di 200 poli­ziotti per 100 mila residenti.

Abbiamo cin­que poli­zie su base nazio­nale più nume­ro­sis­simi corpi di Poli­zia locale, senza con­tare le guar­die giu­rate pri­vate che tro­viamo a pro­te­zione di ban­che, aero­porti, metro­po­li­tane. Circa 120 mila sono i Poli­ziotti di Stato. 115 mila i Cara­bi­nieri. 70 mila i Finan­zieri. 20 mila gli addetti del Corpo Fore­stale dello Stato. 45 mila i poli­ziotti peni­ten­ziari. Posto dun­que che i numeri del per­so­nale sono altis­simi e che vanno razio­na­liz­zati piut­to­sto che aumen­tati si deve osare nel pen­sare a una uni­fi­ca­zione delle forze di Poli­zia, senza licen­ziare nean­che un poliziotto.

Un discorso che non deve riguar­dare la Poli­zia Peni­ten­zia­ria. In que­sto caso si potrebbe optare per il modello olan­dese così da ren­derlo del tutto a ordi­na­mento civile. Già oggi la Poli­zia peni­ten­zia­ria non può por­tare armi all’interno delle car­ceri. Il passo suc­ces­sivo dovrebbe essere quello diretto a tra­sfor­marla in un Corpo di fun­zio­nari peni­ten­ziari con com­pe­tenze di varia natura e non di sola Polizia.

L’unificazione degli altri quat­tro corpi deter­mi­ne­rebbe la smi­li­ta­riz­za­zione dei Cara­bi­nieri, oggi parte dell’Esercito ita­liano, e della Guar­dia di Finanza. Favo­ri­rebbe un uso più razio­nale delle risorse umane da parte delle pro­cure. Un Corpo unico di Poli­zia, sep­pur con sezioni spe­cia­liz­zate, con­sen­ti­rebbe la orga­niz­za­zione di una for­ma­zione unica non­ché di moda­lità di accesso alla car­riera non dif­fe­renti. Deter­mi­ne­rebbe un rispar­mio note­vole viste le tante strut­ture (caserme ad esem­pio) che si dop­piano nei quar­tieri. Ovvia­mente tutti i ser­vizi ammi­ni­stra­tivi (il rila­scio pas­sa­porti ad esem­pio) andreb­bero asse­gnati ai Comuni ai quali va chie­sto invece di non tra­sfor­mare i vigili urbani in altri poli­ziotti ma di resti­tuirli al ruolo antico e utile di garanti del traf­fico urbano.

*Pre­si­dente Antigone

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