Vinto il fiume Yangtze Un canale di 1.000 km realizza il sogno di Mao
PECHINO La grande sfida alle leggi della natura che regolano il corso millenario dei grandi fiumi della Cina è quasi pronta. Ci sono voluti poco meno di quindici anni di lavori e 60 miliardi di dollari di spesa: ora il canale che devia di 1.267 chilometri verso settentrione l’acqua dello Yangtze dalle pianure centro-meridionali sta per essere aperto. Dal 31 ottobre porterà a Pechino 13 miliardi di metri cubi d’acqua all’anno. Perché questo progetto faraonico? Perché il Nord della Cina ha solo un quinto dell’acqua dolce del Paese, ma i due terzi delle terre agricole. Perché, secondo i criteri internazionali, si parla di carenza d’acqua quando una persona ne ha a disposizione meno di mille metri cubi all’anno e gli abitanti di Pechino possono contare solo su 145 metri cubi, buona parte inquinati.
È la natura della Cina, aggravata dai danni dell’industrializzazione massiccia. Mao negli anni Cinquanta disse, esprimendo uno dei suoi celebri pensieri: «Al Sud c’è molta acqua, al Nord poca. Se possibile, prenderla a prestito sarebbe un bene». Gli ingegneri idraulici cinesi apparentemente hanno compiuto il miracolo. Anche a costo di spostare oltre 330 mila contadini le cui case e terre sono state invase da un enorme bacino.
L’opera si chiama «Trasferimento di acqua da Sud a Nord» e si compone di tre grandi canali: Via orientale, centrale e occidentale. I primi due sono completi. Il percorso orientale porta lungo 1.156 chilometri 14 miliardi di metri cubi d’acqua all’anno dallo Yangtze verso la regione di Tianjin, dirottandola anche attraverso il Gran Canale fatto costruire dagli imperatori quattordici secoli fa e ora allargato e reso più profondo; quello mediano che si inaugura a fine ottobre farà scorrere 13 miliardi di metri cubi verso la capitale, su una direttrice di 1.267 chilometri. Il terzo canale, quello occidentale, prevede lo scavo di tre tunnel giganteschi nella roccia dell’altopiano del Tibet, coinvolgendo anche il Fiume Giallo ed è il più controverso: si immagina di completarlo tra trent’anni e a quel momento saranno 44 i miliardi di metri cubi d’acqua dirottati da Sud a Nord.
Lo Yangtze, con i suoi 6.300 chilometri, è il fiume più lungo dell’Asia, il quarto del mondo. Noi lo conosciamo anche come Fiume Azzurro. Si getta nell’Oceano vicino a Shanghai ed ha (aveva) un eccesso d’acqua.
Ma restano dubbi anche sulla strategia di fondo. Dirottando più acqua verso il Nord non si affronterebbe il vero problema: la grande domanda delle megalopoli settentrionali come Pechino e Tianjin e l’inefficienza dell’uso che ne fanno le industrie. Le fabbriche e gli impianti cinesi, secondo i dati della Banca mondiale, impiegano dieci volte più acqua per i loro cicli produttivi rispetto alla media dei Paesi industrializzati .
Guido Santevecchi
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