8 ottobre, la Fiom a Milano: “Scioperiamo contro i capi di stato europei”

8 ottobre, la Fiom a Milano: “Scioperiamo contro i capi di stato europei”

Loading

La pros­sima pun­tata del Mat­teo Renzi show per recla­miz­zare il suo Job Act di impianto otto­cen­te­sco andrà in scena domani a Milano, davanti ai capi di stato euro­pei riu­niti al Con­fe­rence Cen­tre di Fie­ra­mi­la­no­city. Sono fuori dal mondo reale ma si applau­di­ranno a vicenda pro­met­ten­dosi di demo­lire ciò che resta dei diritti dei lavo­ra­tori. In strada, spiati a vista dai poli­ziotti 2.0 con tele­ca­mera incor­po­rata, ci saranno gli ope­rai della Fiom in scio­pero accom­pa­gnati da chi si è stu­fato di restare a guar­dare (piaz­zale Lotto alle 9,30, con inter­vento finale di Mau­ri­zio Lan­dini). “Que­sto scio­pero è un azzardo, ma non pote­vamo per­dere un’occasione simile”, dice Mar­cello Sci­pioni, segre­ta­rio gene­rale della Fiom Milano.

Azzardo in che senso?

Si tratta del primo scio­pero gene­rale ter­ri­to­riale in Ita­lia in un momento molto dif­fi­cile. Gli ope­rai oggi non stanno con Renzi ma scio­pe­rare fa paura, le aziende con­ti­nuano a licen­ziare, la cassa inte­gra­zione aumenta. La tra­ge­dia occu­pa­zio­nale è sto­ria di ogni giorno, la scorsa set­ti­mana 115 ope­rai della Nokia di Cas­sina de’Pecchi sono stati licen­ziati con una mail. Tut­ta­via pen­siamo che que­sta data sia impor­tante, il disa­stro che si sta abbat­tendo sull’Italia non può essere com­preso se si pre­scinde dalle dina­mi­che euro­pee. Forse senza que­sto ver­tice non avremmo pun­tato su que­sta data, ma adesso penso che sia quasi una tappa obbli­gata anche per­ché i tempi di attua­zione del Job Act si annun­ciano così veloci che la mani­fe­sta­zione del 25 otto­bre potrebbe svol­gersi a gio­chi fatti.

Visto il clima, che par­te­ci­pa­zione vi aspettate?

Ci saremmo aspet­tati più coin­vol­gi­mento da parte della Cgil ma comun­que da set­ti­mane stiamo lavo­rando per allar­gare la par­te­ci­pa­zione. Non mani­fe­stiamo solo con­tro il Job Act, chie­diamo anche il rilan­cio dell’industria e degli inve­sti­menti, e la gene­ra­liz­za­zione del red­dito anche per i pre­cari. Vogliamo la redi­stri­bu­zione della ric­chezza. Ci aspet­tiamo molti metal­mec­ca­nici in piazza, ma anche sog­getti ai mar­gini del mondo del lavoro.

I pre­cari, la ferita aperta. Renzi è un baro e gioca sporco ma il suo mes­sag­gio sui pre­cari vit­time dei garan­titi fa brec­cia. Forse non sarebbe il caso di alzare il tiro e di pre­ten­dere più diritti per tutti? Di met­tersi in gioco diret­ta­mente per restare meno soli in piazza?

La Fiom, a dif­fe­renza degli altri sin­da­cati, è dal 2003 che in ogni piat­ta­forma riven­di­ca­tiva ha inse­rito l’obbligo di pun­tare alla sta­bi­liz­za­zione dei pre­cari, e infatti ne abbiamo rego­la­riz­zati migliaia. Io credo che sia una impresa ancora alla nostra por­tata, il sin­da­cato sto­ri­ca­mente ha sem­pre usato la pro­pria forza per esten­dere i diritti anche agli altri.

Forse il pro­blema più che sin­da­cale è poli­tico. Chi sta vera­mente con i pre­cari? Senza risol­vere que­sto nodo, forse la bat­ta­glia è persa.

Sì, è vero. C’è una con­trad­di­zione: noi ci siamo resi conto da tempo — vedi l’esperienza della May Day — che que­sto è il pro­blema eppure, pur par­lando a tutti, pos­siamo agire solo nel nostro set­tore. In assenza di un sog­getto poli­tico o col­let­tivo forte i nostri con­fini restano limi­tati ed è dif­fi­cile allar­gare la pla­tea di quelli dispo­sti a met­tersi in gioco. Ma credo che prima o poi verrà affron­tato il nodo di un sog­getto poli­tico che ancora non esi­ste, è in atto la can­cel­la­zione di qua­lun­que azione col­let­tiva per tutti, ope­rai, pre­cari, stu­denti. Non si può fare altri­menti. Siamo sotto un attacco incre­di­bile. Siamo arri­vati al punto che anche il sin­daco Giu­liano Pisa­pia si sca­glia gra­tui­ta­mente con­tro il sin­da­cato, in un momento così delicato.

Appunto, di fronte a que­sto attacco gene­ra­liz­zato forse non basta pun­tare solo sulla difesa di una norma (art.18), ancor­ché sacrosanta.

Da anni la Fiom cerca di guar­dare oltre e di pun­tare all’allargamento dei diritti. All’ultimo con­gresso abbiamo anche ragio­nato sull’idea di un red­dito sle­gato alla pre­sta­zione lavo­ra­tiva. Lo abbiamo chia­mato red­dito di resi­stenza, dovrebbe essere un sus­si­dio per chi ha perso il lavoro ma anche per chi un lavoro lo sta sem­pli­ce­mente cer­cando. E’ un’idea in fase ancora embrio­nale ma stiamo appro­fon­dendo la sua soste­ni­bi­lità. Magari, se il governo si deci­desse ad ascol­tarci, potremmo anche illustrargliela.



Related Articles

Camusso: “Si rischiano licenziamenti di massa”

Loading

Il leader Cgil inizia dalla Scavolini il suo viaggio tra le fabbriche. “Troppo scarse le risorse per la cassa in deroga, la legge di Stabilità deve cambiare”. Lavoratori delusi dalla manova

Federmeccanica dissente da Fiat, ma vuole ricucire

Loading

Per essere la pietra angolare del «nuovo patto sociale» l’accordo sottoscritto il 28 giugno mostra d’essere parecchio traballante.

Imprese, pressing sul governo

Loading

«Ok anticipare la manovra, ma si deve fare molto di più». Berlusconi va in Sardegna, mercoledì tornano le parti sociali
MANOVRA Più tagli e privatizzazioni, la ricetta di Confindustria e banche. Sacconi convoca tutti
Il premier esclude il voto anticipato. La linea di Bersani: elezioni o governo tecnico o rimpasto

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment