Così il virus distrugge l’ Africa “L’epidemia costa 32,6 miliardi”

Così il virus distrugge l’ Africa “L’epidemia costa 32,6 miliardi”

Loading

WASHINGTON . «Se l’Ebola non viene fermata in fretta il futuro dell’ Africa è a rischio», avverte Jim Yong Kim, presidente della Banca mondiale. «Al di là della tragedia umana, le perdite nei Paesi più colpiti sono devastanti ». Ben 32,6 miliardi di dollari di qui alla fine del 2015, secondo i calcoli dei suoi economisti che al virus hanno dedicato uno studio di 70 pagine prendendo in esame i principali indicatori macroeconomici dei tre Paesi colpiti (Liberia, Guinea e Sierra Leone) e di quelli limitrofi. La conclusione è che la comunità internazionale deve intervenire in fretta, pena conseguenze «potenzialmente catastrofiche».
Sono venuti a Washington, i presidenti dei tre Paesi focolaio dell’Ebola. Davanti a loro e al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, il presidente della Banca Mondiale ha snocciolato numeri da capogiro. «Ottomila persone già infettate, 3.800 già uccise e l’epidemia continua ad espandersi. La crisi ha già avuto un impatto profondo su milioni di persone. Le popolazioni sono affamate e non possono andare a lavorare. Almeno 6 milioni di bambini non possono andare a scuola per via del rischio-contagio e migliaia sono rimasti orfani. Molte aziende hanno dovuto chiudere i battenti. Gli agricoltori non possono raccogliere le colture, i voli aerei sono stati cancellati, il commercio è diminuito. Solo in Liberia servirebbero altri 360 medici stranieri per curare chi è già infetto ». I presidenti ascoltavano, annuendo. «La nostra gente muore», dicevano ai microfoni.
Lo studio è tutto tecnico, ovviamente. Dalla freddezza dei numeri traspare il senso di una tragedia che è anche economica. In Guinea l’impatto di breve termine sul Pil è dell’ordine del 2,1%, dimezzando così di colpo la crescita del paese al 2,4%. In Liberia il calo è del 3,4%, in Sierra Leone del 3,3. La perdita di pro- dotto per i tre Paesi corrisponde a circa 359 milioni di dollari a prezzi 2013. Queste stime sono considerate al minimo. Gli economisti scrivono infatti che «quasi certamente» se l’epidemia non viene contenuta le conseguenze saranno maggiori. «I governi locali stanno cercando di mitigare i danni con i propri budget, ma è evidente che il supporto internazionale è indispensabile ».
Poiché «non è affatto sicuro che l’epidemia sarà circoscritta entro la fine dell’anno» e vista «la notevole incertezza sulla traiettoria del virus», gli esperti della Banca mondiale tracciano due scenari. Uno “basso” con l’Ebola ben contenuta l’altro “alto”, con il virus che si espande ai paesi limitrofi contagiando l’area. Le conclusioni: già adesso l’impatto economico dell’epidemia è molto serio nei tre Paesi più colpiti e specialmente in Liberia e Sierra Leone; potrebbe diventare «catastrofico » se l’Ebola si espandesse ancora. Solo una immediata risposta della comunità internazionale può fare la differenza. Per dare un’idea di quel che significa un danno economico di 32,6 miliardi di qui a fine anno, gli economistici spiegano che questa cifra è quasi due volte e mezzo il Pil 2013 di tutti e tre i paesi. E aggiungono che le stime non tengono nel conto l’impatto generato dalla mortalità e dal fallimento nella cura di altre malattie già presenti. Sono dunque previsioni soggette a considerevoli incertezze.



Related Articles

New York, Trump e Clinton vincono sulle macerie dei propri partiti

Loading

Primarie Usa. Dopo due settimane di comizi, articoli, murales, dichiarazioni, i vincitori sono, senza grosse sorprese, Trump e Clinton

Io, senza odio dopo il bataclan

Loading

«QUELLA SERA ho perso Hélène ma nel cuore per me e mio figlio c’è spazio solo per l’amore»

“Ora garanzie da Marchionne e Monti, il Paese ha bisogno d’investimenti”

Loading

Maurizio Landini, segretario Fiom: gli operai del Lingotto e di Fincantieri pagano l’assenza di una politica industriale. Fatto da persone rispettabili, ma è in continuità  con Berlusconi, pagano sempre gli stessi. In diecimila chiedono l’abolizione dell’intesa sull’auto. Spero che si faccia un referendum senza ricatti dalla Fiat. E’ un paradosso: l’Ue finanzia il rinnovamento delle flotte e noi chiudiamo il settore dove siamo leader

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment