Dispersione scolastica al 23%, in “fuga” soprattutto i maschi

Dispersione scolastica al 23%, in “fuga” soprattutto i maschi

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Roma – E’ stata presentata stamattina presso il Miur ‘LOST-Dispersione scolastica: il costo per la collettivita’ e il ruolo di scuole e terzo settore’ realizzata da WeWorld Intervita, Associazione Bruno Trentin e Fondazione Giovanni Agnelli in collaborazione con CSVnet. e Flc-Cgil. Uno studio svolto in quattro metropoli italiane, Milano, Roma, Napoli e Palermo, per indagare su gravita’ e costa, a livello socio-economico, del fenomeno della dispersione scolastica nel nostro paese. Il dato calcolato da Lost e’ del 23,8%, un dato ben piu’ grave del 17% indicato da Eurostat, una percentuale che incide tra l’1,4% e il 6,8% del Pil, quindi da 21 a 106 miliardi di euro, a seconda della crescita del paese.
Dall’indagine e’ emerso che ad abbandonare con maggiore frequenza siano i maschi che frequentano la scuola secondaria di primo e secondo grado, mentre per quanto riguarda le scuole al primo posto per abbandoni si attestano gli istituti professionali seguiti da quelli tecnici, mentre si assiste in tutti gli ordini di scuola ad una ripresa della dispersione alla fine del primo biennio quando cessa l’obbligo di frequenza. Una fotografia, quella scattata da Lost, che allontana l’Italia dagli obiettivi di Lisbona 2020 che vorrebbero un tasso di abbandono scolastico inferiore al 10% e almeno il 40% di giovani laureati. La ricerca non si e’ fermata a questi dati, ma ha analizzato anche gli interventi che il Terzo Settore ha messo in essere per contrastare la dispersione, interventi che ammontano ogni anno a 60 milioni di euro, uno sforzo comparabile solo a quello del ministero dell’Istruzione, che investe ogni anno 55 milioni di euro. Si e’ individuato come gli interventi del Terzo Settore godano di un effetto moltiplicatore e come per ogni euro speso venga prodotto un valore pari a un euro e sessanta centesimi. Un motivo in piu’ per creare una sinergia fra istituzioni, terzo settore e privati nel tentativo di contrastare un fenomeno dannoso non solo per i nostri ragazzi, ma per tutto il paese. (DIRE)
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