Fmi: La Cina ha superato gli Usa

by redazione | 18 Ottobre 2014 10:18

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È di que­sti giorni la noti­zia che l’economia cinese ha sor­pas­sato quella ame­ri­cana. La Banca Mon­diale e il Fmi hanno aggior­nato la clas­si­fica delle nazioni più ric­che del pia­neta ed è risul­tato che la Cina ha supe­rato gli Usa. Un evento epo­cale, pre­vi­sto da tempo, che alcuni si atten­de­vano tra qual­che anno, che altri ave­vano però indi­cato come pos­si­bile entro quest’anno. Già ad aprile, infatti, l’editorialista eco­no­mico del Finan­cial Times Chris Giles aveva annun­ciato l’imminenza del sorpasso.

La domanda ora è: la Cina è dav­vero la prima potenza eco­no­mica del pia­neta o si tratta solo di un dato sta­ti­stico per addetti ai lavori che non riflette la reale situa­zione? Quando nel 2010 la Cina divenne la seconda eco­no­mia mon­diale supe­rando il Giap­pone, il cal­colo era stato effet­tuato sul pro­dotto interno lordo aggre­gato (Pil) senza qua­li­fi­ca­zioni. Que­sta volta, invece, il cal­colo è stato con­dotto sul pro­dotto interno lordo a parità di potere d’acquisto (Ppa), un indi­ca­tore più accu­rato del Pil per­ché tiene conto del diverso costo della vita nei paesi messi a con­fronto, ma che comun­que ancora non riflette il reale tenore di vita della popo­la­zione, come non ne tiene conto il Pil aggre­gato. Secondo que­sti dati la ric­chezza com­ples­siva pro­dotta dalla Cina è di 17.632 miliardi di dol­lari, men­tre quella degli Usa è di 17.416 miliardi di dol­lari, con un incre­mento dal 2008 del 79,4% per la Cina e «solo» del 18,3% per gli Stati Uniti.

Essere la prima potenza eco­no­mica per ric­chezza com­ples­siva pro­dotta, sia che si ricorra all’uno o all’altro metodo di cal­colo del Pil, non signi­fica essere auto­ma­ti­ca­mente il paese più ricco. Se si con­si­dera il red­dito pro capite, la dispa­rità di ric­chezza si fa di tutta evi­denza: gli Stati Uniti, con una popo­la­zione di «appena» 324 milioni hanno un Pil pro capite di 54.678 dol­lari; la Cina, con una popo­la­zione di circa 1.400 milioni di abi­tanti ha un Pil pro capite di 12.893 dol­lari, 4,5 volte infe­riore a quello degli Usa. In poche parole, i due paesi si tro­vano a distanze side­rali: gli Stati Uniti si col­lo­cano al 10° posto del ran­king mon­diale, men­tre la Cina è solo all’85°. Tutti gli indi­ca­tori che misu­rano la soste­ni­bi­lità dello svi­luppo e la qua­lità della vita con­cor­rono a con­fer­mare il costante trend posi­tivo cinese, anche se rela­tivo. Secondo l’Indice di Svi­luppo Umano in poco più di trent’anni la Cina è pas­sata da «paese a basso svi­luppo» a «paese ad alto svi­luppo», con una cre­scita media di circa il 17% all’anno, col­lo­can­dosi al 91° posto su 187 stati con­si­de­rati. Secondo l’Indice di Pro­spe­rità Glo­bale, cal­co­lato sul 96% della popo­la­zione mon­diale, la Cina si trova al 51° posto su 142 paesi valu­tati, a fronte degli Stati Uniti piaz­zati all’11°.

Altri indi­ca­tori, come il coef­fi­ciente di Gini, il Gpi (Genuine Pro­gress Indi­ca­tor) o il Flp (Feli­cità Nazio­nale Lorda) rimar­cano tutti la distanza tra i due paesi. Que­sti dati aiu­tano a com­pren­dere il valore rela­tivo del sor­passo, senza con que­sto nulla voler togliere al risul­tato rag­giunto. La Cina è da anni la nazione dei record. Dal 2010 è infatti il primo paese mani­fat­tu­riero del pia­neta e dal 2014 il mag­gior espor­ta­tore. Dal 2013 è anche la prima potenza com­mer­ciale in asso­luto, essendo la somma delle sue impor­ta­zioni ed espor­ta­zioni mag­giore di quella di qual­siasi altro paese: il volume com­ples­sivo degli scambi cinesi vale oggi oltre il 10% del com­mer­cio mondiale.

La sto­ria degli ultimi secoli ci ha inse­gnato che cicli­ca­mente la guida del mondo passa di mano ed è quindi facile ipo­tiz­zare che prima o poi ciò potrà acca­dere di nuovo. La mag­gior parte degli ana­li­sti d’oltre oceano con­corda nel rite­nere del tutto impro­ba­bile che la Cina diventi in que­sto secolo la potenza ege­mone a livello pla­ne­ta­rio in grado di det­tare l’agenda del mondo.

Altri riten­gono invece che la Cina abbia tutte le carte in regola per tra­sfor­marsi in una potenza glo­bale di primo piano, senza che que­sto com­porti neces­sa­ria­mente una «sfida all’o.k. Cor­ral» tra le due super­po­tenze. Per evi­tare che avvenga lo scon­tro è però neces­sa­rio creare i pre­sup­po­sti per la costru­zione di un ordine mon­diale nuovo, basato su valori diversi da quelli attuali.
* Uni­ver­sità Ca’ Foscari Venezia

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