Morte e rabbia per l’alluvione Genova sotto fiumi di fango

Morte e rabbia per l’alluvione Genova sotto fiumi di fango

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Genova È successo di nuovo. Quasi increduli i genovesi si sono trovati ancora una volta con il fango nei portoni di casa e nei negozi, le strade trasformate in torrenti di acqua alta fino a due metri, le auto travolte e schiantate contro i muri mentre i blackout spegnevano i cartelloni della protezione civile e i tombini esplodevano. L’alluvione. Tutto in una notte. E ieri mattina la solita città da day after: saracinesche abbassate o, peggio, aperte sul disastro dei negozi ridotti a macerie con i proprietari impietriti a ripetere «abbiamo perso tutto». Milioni di danni e lo squallore di sei sciacalli arrestati.
Come nel 1992, come nel 2011. E all’una di giovedì notte l’immagine di quel corpo coperto da un telo, Antonio Campanella, 57 anni, infermiere in pensione, che alle 23.15 ha detto al barista del bar di via Canevari: «Vado a vedere com’è il Bisagno». È uscito nel momento in cui il Bisagno è esondato. L’hanno trovato cadavere due ore dopo, il suo funerale sarà lutto cittadino. E mentre è iniziato da pochi giorni a Palazzo di giustizia il processo che vede imputata l’ex sindaco di Genova Marta Vincenzi per la morte di sei persone nell’alluvione del 2011, la Procura apre un nuovo fascicolo per omicidio colposo.
Nella tarda mattinata una frana in Valpolcevera ha colpito un Freccia bianca che è deragliato, macchinista e due viaggiatori in codice verde, gli altri 170 trasbordati sui bus. Linea Genova-Torino-Milano interrotta e deviazioni. La A7 chiusa e poi riaperta per una frana. In serata 16 famiglie evacuate per un crollo in via delle Tofane. Questa volta nella notte della solita catastrofe a esondare è stato prima lo Scrivia, poi il Bisagno, lo Sturla, il Fereggiano, che nel 2011 ha seminato la morte, gli abitanti del quartiere hanno aggredito a male parole i vigili e la protezione civile: «Nessuno ci ha avvertiti».
Nessuno ci ha avvertiti lo dice anche il sindaco e questa è la triste verità. Dopo una previsione di temporali in mattinata giovedì alle 18 l’Arpal, l’agenzia regionale, annunciava un miglioramento. Alle 18.50 in un tweet il Comune di Genova avverte: «Alle 19 sarà disattivato il servizio numero verde di Protezione civile». Alle 9 riprende a piovere. Forte. Fortissimo. Si passa dal «tutto tranquillo» all’emergenza. Doria accusa i ricorsi al Tar che blocca le opere: «Non mi rassegno all’inefficienza scandalosa del sistema». Il premier Renzi definisce «sconcertante» che ci siano opere pubbliche bloccate dalla burocrazia e rassicura la città: «Non vi lasceremo soli». I commercianti fanno i conti dei danni non ripagati del 2011 .
Erika Dellacasa


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