«Non firmerò assegni» Cameron si ribella alla Ue e incassa il sì di Roma

«Non firmerò assegni» Cameron si ribella alla Ue e incassa il sì di Roma

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BRUXELLES «Non pensateci neppure, che a dicembre io paghi questo supplemento. Se qualcuno si illude che io lo faccia, vedrà: non tireremo fuori il nostro libretto degli assegni». La richiesta dell’Ue è bella tosta, 2,1 miliardi di euro in più di contributo al bilancio della comunità, grazie al ricalcolo dei vari Prodotti interni lordi che oggi comprendono anche gli incassi della droga, del gioco d’azzardo e della prostituzione.
Ma lo scatto di rimbalzo esibito da un fiammeggiante David Cameron, lo è ancora di più: il premier britannico chiede la convocazione di un Ecofin straordinario (il vertice dei ministri delle Finanze della zona euro, ndr), ha parole di apprezzamento per l’Italia che almeno in apparenza condivide la stessa trincea dei tartassati (da versare all’Ue nel ricalcolo 340 milioni), ottiene l’appoggio dell’Olanda. «Cito la reazione del premier italiano quando queste cifre sono state presentate: ha detto che questo non è un numero, ma un’arma letale», spiega Cameron (Renzi ha poi smentito di aver parlato di «arma letale»). Insomma, ricorda a Bruxelles che l’imperatore Adriano non può più mettere sull’attenti nessun britanno.
Così il vertice slitta in zuffa. E quasi passa in seconda fila un segnale importante per l’eurozona, la «riconciliazione» preannunciata da Angela Merkel nei confronti del presidente della Banca centrale europea: «Stimo molto il lavoro di Mario Draghi, ottimo per l’eurozona».
La «ribellione» di Cameron non è comunque una novità esplosiva: si inserisce nell’eterna diatriba su chi contribuisce di più o di meno al bilancio dell’Ue, su chi gode di più dei suoi fondi o più la aiuta a rifornirli. Cameron ricorda a tutti che il suo Paese è un «net contributor», un contributore netto, cioè una nazione che dà all’Europa più di quanto riceva. E i numeri gli danno ragione, ma solo in parte. In Gran Bretagna l’Ue spende infatti 6,5 miliardi di euro, 105,12 euro per persona. Mentre la Gran Bretagna contribuisce al bilancio Ue con 11,2 miliardi, quasi il doppio, sbilancio del 42%. Ma poi scatta il noto meccanismo del «rebate», il rimborso versato dagli Stati per risarcire la Gran Bretagna di quasi la metà dei contributi versati, in base a complessi accordi politici. Morale, Cameron non è la vittima sacrificale di Bruxelles. E altri pagano quanto e più di lui. L’Italia, terzo contributore netto dell’Ue, versa il 33% in più di quanto riceve: 9,5 i miliardi in arrivo (157, 6 euro per abitante), e 14,3 quelli in partenza (235,8 euro per abitante). La Francia, pure nel mirino di Bruxelles, riceve 13,1 miliardi e ne versa 18. E se anche Hollande dovesse rifiutarsi di «tirar fuori il libretto degli assegni», l’onda di terremoto si sentirebbe ovunque.
Poi ci sono gli altri, quelli in attivo proprio perché deboli: la Grecia riceve 6,5 miliardi e ricambia con 1,7 miliardi, attivo netto del 271%; il Portogallo intasca 4,7 miliardi e ne versa 1,5, attivo del 195%, e così via. È come se Cameron dicesse: «perché devo sussidiarli io?», intascando di nuovo il libretto degli assegni, ma non rifiutando poi i rimborsi che l’Europa gli accorda a piene mani.
Luigi Offeddu



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