Anche Parma allagata straripano i torrenti crollato un ponte

Anche Parma allagata straripano i torrenti crollato un ponte

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PARMA . Fiumi di fango, cortili allagati, strade invase dai detriti, ponti crollati. E poi, black out per ore: cellulari, computer e telefoni fissi in tilt. Come il traffico. Così l’emergenza maltempo è diventata paura, nella città emiliana che da decenni non viveva nulla di simile. L’alluvione ha sommerso interi quartieri, minacciando il centro della città.
A tradire è stato il torrente Baganza, nella prima periferia sud di Parma: esondato all’altezza di piazzale Fiume e via Po, inghiottendo auto e persino un container che si è ribaltato contro il ponte dei Carrettieri. L’acqua ha poi invaso tutte le vie circostanti, arrivando fino ai primi piani dei palazzi. Tanto che centinaia di famiglie sono state evacuate. E poi acqua e fango si sono spinte fino alle porte del centro della città, trascinando detriti.
Nessun morto e nessun ferito, ma interi quartieri rimasti senza corrente elettrica e possibilità di comunicare. L’acqua, infatti, non ha risparmiato neppure la centrale Telecom: allagato tutto il primo piano «dal quale — ha spiegato l’azienda sottolineando di essere al lavoro per cercare di ripristinare il servizio — partono collegamenti ad alta capacità trasmissiva della rete fissa e mobile della zona». I problemi maggiori sono stati quelli della telefonia mobile che si sono estesi ben oltre la provincia: ripercussioni anche a Modena, Reggio Emilia e Piacenza. E problemi, ovviamente, alla circolazione di ogni tipo: ieri sera la stazione dei treni era ancora chiusa.
Nella zona, oltre a polizia, vigili del Fuoco e tecnici del Comune, è intervenuta la Protezione civile con gommoni e piccole imbarcazioni, mentre gli abitanti, anche scalzi e con attrezzi di fortuna, spalavano per cercare di liberare le strade da acqua e fango.
Il sindaco Federico Pizzarotti, nel black-out di comunicazione, è riuscito ad affidare le sue raccomandazioni a Twitter: «Non andate in via Po e via Baganza, il Fiume ha straripato. Ponti in chiusura, usate la tangenziale», ha scritto nel pomeriggio. Per poi ripetere, alla sera, quando le cose sembravano però già migliorare: «Non risultano al momento morti o dispersi. È sconsigliato comunque uscire di casa, per evitare ingorghi, e di recarsi sugli argini o sui ponti a piedi». Non a caso, sotto al ponte Verdi, sono stati registrati 392 centimetri d’acqua, 30 in più rispetto al massimo storico. Ma Pizzarotti ha poi anche accusato e proposto un rimedio alla situazione di pericolo: «Va attivata la costruzione della cassa di espansione sul Baganza, per cui chiederemo al Governo e agli enti locali con cui da anni è in atto un contenzioso».
L’emergenza ha spinto il ministro dell’Ambiente Galletti, di ritorno da Genova, a una deviazione. «Sto andando a Parma per rendermi conto di persona della situazione». Il ministro in serata ha partecipato a un vertice nella sede della Protezione civile con il sindaco per fare il punto sulle condizioni della città.
Stamattina le scuole rimarranno chiuse mentre in città inizierà la drammatica conta dei danni. Il ponte pedonale della Navetta è crollato, facendo esondare acqua fango e detriti in via Baganza, dove il livello dell’acqua è arrivato al 50 centimetri. Danni anche ad alcune strutture sanitarie o di ricovero per anziani che hanno costretto i dirigenti a trasferire i pazienti in ospedale.
La situazione non è migliore in provincia, dove a subire i danni peggiori sono stati i centri attraversati proprio dal Baganza. A Calestano un centinaio di bambini sono stati evacuati per sicurezza dalla scuola elementare e dall’asilo, mentre a Marzolara si è temuto il peggio per un giovane che si era allontanato per cercare i suoi cani facendo perdere le proprie tracce. E, complice il black-out dei telefoni, è stato ritrovato solo dopo qualche ora. In grossa difficoltà anche Colorno: il Comune ha già lanciato un appello per trovare volontari disposti a dare una mano. Già da oggi.



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