Ucraina. Riparte il dialogo su gas e confini

by redazione | 18 Ottobre 2014 9:44

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«Abbiamo finito il colloquio: non siamo riusciti a trovare alcun risultato pratico sul gas, ma pensiamo che prima del meeting a Bruxelles del 21 ottobre avremo una soluzione». Alle 18.30, dopo 40 minuti di faccia a faccia con Vladimir Putin, il presidente ucraino Petro Poroshenko è deluso. Putin, invece, si mostra più conciliante, annunciando in una conferenza stampa che «almeno per l’inverno», Gazprom riprenderà le forniture sospese il 16 giugno scorso. Dopodiché, ha aggiunto il numero uno del Cremlino, «toccherà alla Ue finanziare Kiev, la Russia non farà più credito».
La due giorni dell’Asem (Asia-Europe Meeting) si chiude, dunque, con una mini-intesa e il capitolo gas in sospeso.
Il vertice di Milano non segna la svolta decisiva nella crisi Russia-Ucraina. All’attivo, però, si possono segnare due risultati raggiunti con la mediazione degli europei e, certamente, da mettere alla prova. Primo: via libera al controllo del cessate il fuoco lungo la linea del conflitto nell’Ucraina orientale. L’Italia si impegna, insieme con Francia e Germania, a fornire i droni per sorvolare il fronte. Secondo: un percorso concordato per tenere al più presto elezioni locali nei distretti ribelli di Donetsk e Luhansk.
Eppure non si può dire che siano mancati l’impegno e la creatività delle diplomazie. Protagonisti assoluti: Putin e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Sul tavolo praticamente un solo documento, il protocollo di Minsk in dodici punti, firmato da russi e ucraini il 5 settembre scorso e poi aggiornato il 26 settembre.
Il testo prevede, tra l’altro, la creazione di una zona cuscinetto; la fine del sostegno da parte di Mosca ai separatisti; la liberazione dei prigionieri; l’organizzazione di elezioni nelle regioni contese. Nulla di questo è stato fatto. «Toccava a te il primo passo»: così Angela Merkel ha iniziato il suo bilaterale con Putin, nella serata di giovedì 16. E su questo concetto si è avvitata la lunga tornata di incontri.
Ieri mattina si comincia alle 8, con la riunione organizzata da Matteo Renzi in Prefettura. Oltre a Putin e Poroshenko presenti Merkel, il premier britannico David Cameron, il presidente francese François Hollande, Herman Van Rompuy (Consiglio europeo) e José Manuel Durão Barroso (Commissione). Poi quadrangolare con i leader di Russia, Ucraina, più Merkel e Hollande. Ancora un pranzo Putin-Renzi, con il ministro degli Esteri Federica Mogherini. Infine l’inutile tentativo Putin-Poroshenko.
Giuseppe Sarcina

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