Ucraina al voto con 10 milioni di schede di troppo

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Al voto oggi l’Ucraina per eleg­gere la Rada suprema. Nel Don­bass e in Cri­mea le ele­zioni non si ter­ranno affatto e nel rima­nente ter­ri­to­rio le con­di­zioni sono tali per cui, come ha detto ieri il segre­ta­rio del Pc ucraino Petr Simo­nenko alla dele­ga­zione dell’Europarlamento, «gli elet­tori saranno costretti a votare sotto le canne dei fucili: e non in senso figurato».

Ma que­sto non impe­dirà all’Europarlamento, sulla scia del Dipar­ti­mento di Stato Usa, di defi­nire il voto «un’ulteriore pie­tra miliare per il paese, che dimo­stra l’impegno per un pro­cesso demo­cra­tico sta­bile». Tanto sta­bile che, a scanso di sor­prese, «sono state stam­pate 10 milioni di schede elet­to­rali in più» ha denun­ciato Simo­nenko. E anche tanto demo­cra­tico che, dopo l’istituzione delle nuove feste (14 otto­bre e 1 gen­naio, date di nascita dell’Upa e del lea­der filo­na­zi­sta Ste­pan Ban­dera), ecco la rac­co­man­da­zione ai media di sosti­tuire l’espressione «libe­ra­zione dell’Ucraina dagli inva­sori fasci­sti» con «cac­ciata degli occu­panti», inten­dendo sia tede­schi che russi», cioè che l’Ucraina è diven­tata libera solo dopo la fine dell’Urss. Per lo sto­rico Alek­sandr Dju­kov «in Ucraina il fasci­smo non è ancora la norma, ma i pre­sup­po­sti ci sono tutti»: fa fede la sim­bo­lica neo­na­zi­sta sulle divise del mini­stero degli interni.

Il mini­stro degli esteri russo Ser­gej Lavrov, sot­to­li­neando che è «neces­sa­rio fare di tutto per non per­met­tere la com­parsa di nuovi Upa, Ban­dera, Shu­ke­vic e Qui­sling», ha detto che in Ucraina «è neces­sa­rio con­so­li­dare i con­tatti e il dia­logo tra Kiev e le Repub­bli­che popo­lari». Di rimando, da Kiev Jurij Lutsenko ha detto che Kiev è inte­res­sata a «pro­lun­gare il più pos­si­bile il ces­sate il fuoco nel Don­bass, per rice­vere tutto l’aiuto mili­tare e finan­zia­rio dall’Occidente».



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