Il drone militare Predator per filmare cortei e tifosi
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Droni per controllare manifestazioni di piazza, cortei, incontri di calcio, o per qualunque altra situazione in cui sia necessario garantire sicurezza e ordine pubblico.
Se ne parlava da settimane, da ieri c’è una firma sotto un accordo ufficiale. Polizia e carabinieri potranno usare i piccoli oggetti volanti per riprese dall’alto senza dover ricorrere a un elicottero con personale a bordo. Si serviranno, in particolare, dei super droni «Predator» in dotazione all’Aeronautica militare. I velivoli sono schierati nella base di Amendola, in provincia di Foggia, e hanno un’autonomia operativa di oltre 20 ore di volo, con la possibilità di raccogliere dati e inviare immagini in diretta.
«La tecnologia esce dagli hangar e si mette al servizio delle forze di polizia — ha detto il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, Pasquale Preziosa —. Saranno utilizzati quando polizia e carabinieri ne faranno richiesta, secondo i principi di sicurezza del Paese». I voli verranno comunque gestiti dall’Aeronautica: l’accordo non prevede la formazione di nuovo personale, saranno i militari a far partire i droni, registreranno i dati e li invieranno alle forze dell’ordine. Finora questo servizio è stato utilizzato per l’operazione Mare Nostrum.
Per il capo della polizia, Alessandro Pansa, l’accordo è un ottimo esempio di «collaborazione tra organi dello Stato, anche ai fini del contenimento della spesa pubblica. Si tratta di strumenti complessi e costosi, che noi useremo pagando solo il costo del volo». I Predator, ha continuato Pansa, verranno usati in situazioni «in cui è necessario avere a disposizione uno strumento che consenta di raccogliere immagini e informazioni altrimenti non possibili». La conferma arriva anche dal comandante generale dei carabinieri Leonardo Gallitelli: «I droni saranno usati a ragion veduta, sul piano della prevenzione e della repressione». Attualmente sono schierati in Afghanistan, Gibuti e Kuwait.
Mariolina Iossa
«La tecnologia esce dagli hangar e si mette al servizio delle forze di polizia — ha detto il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, Pasquale Preziosa —. Saranno utilizzati quando polizia e carabinieri ne faranno richiesta, secondo i principi di sicurezza del Paese». I voli verranno comunque gestiti dall’Aeronautica: l’accordo non prevede la formazione di nuovo personale, saranno i militari a far partire i droni, registreranno i dati e li invieranno alle forze dell’ordine. Finora questo servizio è stato utilizzato per l’operazione Mare Nostrum.
Per il capo della polizia, Alessandro Pansa, l’accordo è un ottimo esempio di «collaborazione tra organi dello Stato, anche ai fini del contenimento della spesa pubblica. Si tratta di strumenti complessi e costosi, che noi useremo pagando solo il costo del volo». I Predator, ha continuato Pansa, verranno usati in situazioni «in cui è necessario avere a disposizione uno strumento che consenta di raccogliere immagini e informazioni altrimenti non possibili». La conferma arriva anche dal comandante generale dei carabinieri Leonardo Gallitelli: «I droni saranno usati a ragion veduta, sul piano della prevenzione e della repressione». Attualmente sono schierati in Afghanistan, Gibuti e Kuwait.
Mariolina Iossa
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