Kentucky, West Virginia Volata repubblicana per prendere il Senato

Kentucky, West Virginia Volata repubblicana per prendere il Senato

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NEW YORK La lunga notte dello scrutinio delle elezioni di Midterm comincia col primo trionfo repubblicano: in Kentucky prevale, e con un margine superiore al previsto, Mitch McConnell che, diventerà il nuovo leader del Senato se i conservatori riusciranno a conquistare, oltre alla Camera, anche l’altro ramo del Congresso. Tra i primi risultati che affluiscono nella notte, anche la notizia che, oltre a riconquistare i due collegi sicuri del South Carolina, e di quelli scontati di Oklahoma, Tennessee, Alabama, Maine e Mississippi, i conservatori vincono con Shelley Capito il seggio del West Virginia: uno dei sei che devono strappare ai democratici per conquistare la maggioranza al Senato. I democratici prendono, come previsto, Massachusetts e New Jersey.
Rinnovo di un terzo dei senatori, di tutti i deputati e scelta dei governatori di molti Stati: ieri ha votato un Paese grande come un continente, con 319 milioni di abitanti, ma a decidere i nuovi equilibri del Congresso e a produrre quello che molti vivono anche come un referendum sulla presidenza Obama, sono stati molti meno dei 111 milioni che alcuni mesi fa hanno assistito in tv alla finale del «Superbowl». Quattro anni fa alle elezioni di Midterm votarono appena 90 milioni di cittadini, il 37 per cento dei 235 milioni di aventi diritto. Basso anche stavolta il numero dei votanti: le elezioni di mezzo termine negli Stati Uniti sono poco sentite e andare alle urne di martedì per molti cittadini è un’impresa.
Con la Camera solidamente nelle mani dei conservatori, è proprio la battaglia per il controllo del Senato quella che ha reso incandescenti gli ultimi giorni di una campagna elettorale costata complessivamente quasi 4 miliardi di dollari ai due schieramenti politici. Una spesa enorme a fronte di una situazione di sostanziale ingovernabilità del Congresso che sembra destinata a cambiare di poco, anche se i repubblicani riusciranno nell’impresa di conquistare il controllo completo del Congresso. I sondaggi della vigilia davano per probabile un successo ampio dei repubblicani. I democratici sono «probabilmente di fronte al peggior scenario possibile dai tempi di Dwight Eisenhower», ha ammesso ieri Obama. La destra, però, per riconquistare il Senato arrivando alla maggioranza di 51 seggi (oggi ne ha 45), deve davvero stravincere: deve riconquistare tutti i suoi senatori e sconfiggere i democratici in almeno sei delle loro roccaforti. Impresa possibile ma ardua, visto che i seggi contesi sono solo 13. Per farcela i repubblicani contano di strappare ai loro avversari soprattutto Iowa, New Hampshire, North Carolina, Arkansas, Colorado e Alaska, oltre al West Virginia.
I repubblicani avanzano ma la competizione nella notte resta incerta in diversi Stati: un risultato chiaro sul Senato lo avremo, probabilmente, solo nella tarda mattinata di oggi (in Alaska, l’ultima a chiudere i seggi, si voterà fino alle sette del mattino, ora italiana). E se, com’è possibile, nessun candidato supererà il 50% dei voti nei due Stati che prevedono il ballottaggio — Louisiana e Georgia — potremmo dover aspettare altri due mesi per sapere chi avrà la maggioranza nel nuovo Senato. Un altro fattore di incertezza viene dal Kansas dove il senatore repubblicano Pat Roberts aveva un tale vantaggio sul candidato democratico da spingere quest’ultimo a ritirarsi facendo confluire i suoi voti su un indipendente molto popolare, Greg Orman, che potrebbe anche vincere a sorpresa questa contesa elettorale.


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