Maltempo, le Regioni attaccano Renzi: “I condoni li hanno sempre fatti i governi”

by redazione | 17 Novembre 2014 9:28

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ROMA . Ci sono vent’anni di politica del territorio da rottamare, ha detto il premier Matteo Renzi. «Anche in regioni del centrosinistra». Con il sole che torna a scaldare la Liguria dopo cinque giorni di pioggia, il presidente della Regione Claudio Burlando è il primo a rispondergli: «Il problema del territorio è legato anche ai condoni edilizi. Non li ha fatti il premier e non li abbiamo fatti noi, sono stati fatti a Roma. Tre condoni in trent’anni». La Liguria è devastata. «Abbiamo danni per un miliardo. Come enti locali potremo arrivare a cento milioni, poi deve intervenire il Patto di stabilità». L’assessore ligure al Bilancio, Pippo Rossetti, propone a Renzi: «Deve chiedere un intervento finanziario straordinario dell’Unione europea, i trattati lo consentono. E deve chiedere di togliere dai vincoli di bilancio dello Stato cento miliardi per un piano straordinario nazionale di difesa del suolo ».
È duro con il premier anche il governatore della Toscana, Enrico Rossi: «Noi abbiamo già rottamato», assicura, «abbiamo approvato la legge che blocca il nuovo consumo di suolo, fatto la legge per il divieto di costruire nelle aree a rischio idraulico, approveremo a breve il piano del paesaggio. La Toscana è un esempio, non mi sembra si possa dire altrettanto della proposta avanzata dal ministro Lupi». Rossi si riferisce al contestato Sblocca Italia che finanzia autostrade, trafori e allenta i vincoli ambientali sulle nuove opere. Il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, dice di non sentirsi toccato: «Sono alla guida della Regione da quattro mesi, i problemi sono parecchi e sto provando a risolverli, anche proponendo di sforare il Patto di stabilità».
I governatori leghisti non vogliono fare polemica. Luca Zaia, alla guida del Veneto: «L’Italia ha bisogno di un piano Marshall sulla tutela dal dissesto idrogeologico. In Veneto in quattro anni abbiamo messo in piedi 925 cantieri per realizzare i grandi bacini di laminazione. In un momento di emergenza servirebbero poteri speciali ed esclusivi ai governatori, più risorse ai territori». Quindi Roberto Maroni, presidente della Lombardia: «Tutti hanno responsabilità e Renzi ha un’occasione per dare una risposta concreta. Il governo deve finanziare le vasche per contenere le piene del fiume Seveso a Milano. Ci sono venti milioni della Regione e dieci del Comune, mancano gli ottanta promessi dal governo». Nichi Vendola, dalla Puglia: «Non ci sentiamo chiamati in causa dalle parole del presidente Renzi, il monitoraggio della task force di Palazzo Chigi sul rischio idrogeologico ci dava fra le regioni che avevano realizzato la quasi totalità degli interventi. Questa tipologia di lavori, molto complicata, andrebbe ripensata. Molti interventi di competenza del ministero dell’Ambiente sono bloccati e le parole di Chiamparino sono vere: gli investimenti per la messa in sicurezza del territorio dovrebbero stare fuori dal Patto di stabilità».
In serata Renzi ha voluto fermare il conflitto istituzionale, ma ha ribadito che in alcune regioni si è costruito troppo e male: «Non parlino di condoni a me che da sindaco ho fatto un piano strutturale a volumi zero». Il premier ha poi ricordato di avere appena varato l’unità di missione contro il dissesto idrogeologico: «Ora mettiamo a posto i danni e poi cambieremo le regole». Il verde Angelo Bonelli ha difeso Renzi e ricordato che il presidente della Regione Liguria, Burlando, «ha approvato un piano casa che riempie di cemento la Liguria e ridotto il limite di edificazione dai fiumi a tre metri». Beppe Grillo attacca sul suo blog: «Tra un po’ Genova scivolerà in mare e nessuno avrà alcuna responsabilità. Renzie ( come chiama il premier) e Alfano hanno morti di pioggia sulla coscienza ». Oggi il sottosegretario Graziano Delrio e il prefetto Franco Gabrielli saranno a Genova, Alessandria e Milano.
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