Una cupola per appalti e affari
ROMA Una manovalanza criminale, infiltrata negli appalti dei servizi cittadini e manovrata da vecchi boss dell’epoca eversiva, assieme a giovani luogotenenti. Una mafia autoctona, che al controllo territoriale in senso stretto preferisce l’esportazione di metodi estorsivi e intimidatori. Una «cupola» i cui capi, con autoironico gusto per la citazione, interloquiscono alla leggendaria maniera del costruttore Gaetano Caltagirone e del politico, l’allora Dc Franco Evangelisti: «Che te’ serve?» (così Massimo Carminati al suo braccio destro Salvatore Buzzi) e, in privato collezionano tele di Warhol e Pollock.
Arrestati per «aver fatto parte di un’associazione di stampo mafioso operante su Roma e nel Lazio che si avvale della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e omertà che ne deriva per commettere delitti di estorsione, usura, riciclaggio, di corruzione di pubblici ufficiali (questo capitolo è ancora in via di approfondimento ndr )» anche l’ex manager dell’Ama Franco Panzironi, dominus della Parentopoli e tesoriere della fondazione Nuova Italia beneficata dallo stesso Carminati e Giovanni Fiscon, manager dell’Ama e Alessandra Garrone, compagna del braccio destro di carminati Salvatore Buzzi. Indagati Stefano Andrini che da ex estremista di destra fu catapultato alla «servizi Ambientale» e Gennaro Mokbel, l’uomo chiave del riciclaggio Telecom Sparkle.
Una mafia «originaria e originale» la definiscono il procuratore capo Giuseppe Pignatone e l’aggiunto della Dda di Roma, Giuseppe Prestipino, nel corso della conferenza stampa. Tra gli appalti presi in esame dalla Procura, oltre a quello per l’ampliamento del campo nomade di Castel Romano, anche l’altro per la raccolta differenziata, più quello stagionale per la rimozione delle foglie e perfino l’ultima emergenza neve del 2012. Appalti vinti dalla Imeg e altre controllate dal clan. «Inchiesta solida» dice il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Due anni di indagini dei pubblici ministeri Giuseppe Cascini, Paolo Ielo, Luca Tescaroli e dei rispettivi uffici, oltre agli investigatori del Gico della Finanza (che ieri hanno eseguito sequestri per oltre 200 milioni di euro) e del Ros dei carabinieri, stabiliscono un punto fermo nella città in cui il reato di associazione mafiosa è un’acquisizione recente.
Rinaldo Frignani
Ilaria Sacchettoni
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