« Deficit, l’Italia deve fare di più »

by redazione | 9 Dicembre 2014 8:55

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BRUXELLES L’Eurogruppo dei 18 ministri finanziari fa pressione sul governo di Matteo Renzi per convincerlo a fare di più nel risanamento dei conti pubblici, rispetto a quanto già indicato, in vista dell’esame della legge di stabilità 2015 rinviato dalla Commissione europea al marzo prossimo. Nella riunione a Bruxelles il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, ha ufficializzato che Italia, Francia, Belgio e altri quattro Paesi a rischio di non rispettare i vincoli Ue di bilancio «dovrebbero attuare tempestivamente misure addizionali adeguate a fronteggiare i rischi identificati» in modo da rispettare gli impegni di deficit e debito.
L’Eurogruppo, nell’analisi specifica dell’Italia, prende atto delle «circostanze economiche negative» con «inflazione troppo bassa», che hanno «complicato il conseguimento dell’attesa riduzione del debito» al punto da generare «preoccupazione». Condivide con la Commissione europea che il taglio del disavanzo strutturale sarà dello «0,1% del Pil» invece del richiesto «0,5%». Pertanto sostiene che «misure efficaci sarebbero necessarie per consentire un miglioramento dello sforzo strutturale». Al governo Renzi e al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan viene riconosciuto «l’impegno ad attuare le misure necessarie per assicurare che il bilancio 2015 sarà in linea con le regole del braccio preventivo del Patto di stabilità e di crescita».
«È una questione di credibilità – ha spiegato Dijsselbloem sul caso Italia —. Abbiamo detto che a marzo servono misure nuove, speriamo che le discussioni siano costruttive, che le misure siano prese e le regole rispettate». L’Eurogruppo, in caso di non conseguimento degli obiettivi, si attende una manovra correttiva o di trattare con Bruxelles come intervenire. «Il tempo in più deve essere usato per colmare il buco con nuove misure oppure con misure più efficaci o con un accordo con la Commissione», ha dichiarato Dijsselbloem riferendosi alla distanza tra il taglio strutturale dello 0,1% rispetto allo 0,5%. Anche il commissario per gli Affari economici, il francese Pierre Moscovici, ha esortato Italia, Francia e gli altri Paesi in difficoltà ad attuare le necessarie «misure» perché «sappiamo tutti cosa succederebbe se le regole non venissero rispettate». Moscovici ha indicato il 23 gennaio prossimo come termine per i governi intenzionati a correggere gli scostamenti in vista dell’esame in marzo.
Padoan si è appellato a sottili interpretazioni del comunicato dell’Eurogruppo per far sapere che al momento non è stata chiesta una «manovra correttiva» e ci sarebbe solo una «pressione prudenziale». Ha fatto notare che vengono auspicati «miglioramenti» tramite «misure efficaci» per l’Italia, indebolita da un altissimo debito pubblico, e con «misure aggiuntive» per la Francia, che non intende tornare sotto il 3% nel rapporto deficit/Pil nemmeno nel 2015 per poter investire sul rilancio della crescita e dell’occupazione.
Il ministro dell’Economia ha detto via twitter che la «legge di Stabilità rilancerà economia italiana» e che «Eurogruppo apprezza agenda riforme» se ci sarà una «implementazione efficace e tempestiva».
I 18 ministri sono apparsi in sintonia con la richiesta di più sforzi anticipata domenica scorsa dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, che aveva generato una replica polemica del governo Renzi (senza però provocare ieri i contraccolpi sui mercati temuti anche per il declassamento dell’agenzia di rating S&P). Merkel ha poi raffreddato i toni manifestando il suo «appoggio» al «processo di riforme in Italia». Il ministro delle Finanze Schäuble ha definito «notevole» il Jobs act di Renzi. L’Eurogruppo ha esteso di due mesi gli aiuti alla Grecia. E il governo di centrodestra di Atene ha anticipato a sorpresa entro fine mese il voto sul nuovo presidente del Paese per tentare di frenare l’ascesa del partito di sinistra Syriza, che è contro le misure di austerità Ue.
Ivo Caizzi

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