Gre­cia, nuova fumata nera nella votazione per il presidente, urne più vicine

Gre­cia, nuova fumata nera nella votazione per il presidente, urne più vicine

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Tra insulti, inti­mi­da­zioni, offese e reci­pro­che accuse tra la mag­gio­ranza e l’opposizione, Atene ha fatto ieri ancora un passo in dire­zione delle ele­zioni anti­ci­pate. Nella seconda vota­zione il can­di­dato pre­si­dente della repub­blica, Sta­vros Dimas, ha rac­colto più voti rispetto alla prima, ma pure que­sta volta non suf­fi­cienti per la sua ele­zione.

I 168 sì a Dimas, — risul­tato ovvia­mente migliore rispetto ai 160 otte­nuti alla prima vota­zione -, sono ancora ben lon­tani sia dal quo­rum di 200, sia dai 180 che saranno neces­sari a par­tire dalla terza vota­zione che si svol­gerà lunedì pros­simo, giorno in cui il pre­mier Anto­nis Sama­ras e insieme a lui l’establishment euro­peo che lo appog­gia, gio­che­ranno le ultime carte per evi­tare il ricorso anti­ci­pato alle urne.

Anche se secondo tutti gli ana­li­sti, com­presi quelli della stampa filo­go­ver­na­tiva, il pre­mier Sama­ras non riu­scirà mai a coprire il mar­gine dei 12 voti che man­cano per l’elezione del suo can­di­dato, ieri, dopo l’annuncio dei risul­tati, nel Megaro Maxi­mou, sede del governo, c’era otti­mi­smo sulla pos­si­bi­lità che alla terza e ultima vota­zione la situa­zione potrebbe cam­biare a favore di Dimas.

Otti­mi­smo ovvia­mente anche nella sini­stra radi­cale: «Né il par­la­mento né il popolo sono dispo­sti a dare carta bianca a Sama­ras per con­ti­nuare l’ appli­ca­zione dei memo­ran­dum», ha detto Ale­xis Tsi­pras, il lea­der del Syriza, che con­ti­nua ad essere primo negli ultimi son­daggi con un mar­gine in lieve calo rispetto al par­tito con­ser­va­tore, Nea Dimokratia.

Nel gal­lop con­dotto dalla società Pulse per conto della sta­zione tele­vi­siva pri­vata Action24, che è stato reso noto ieri, Syriza ottiene il 28,5% delle pre­fe­renze con­tro il 25% di Nea Dimo­kra­tia. Al terzo posto si trova il Pasok con il 6,5% e seguono To Potami (Il Fiume, la nuova for­ma­zione di cen­tro) con il 5,5%, i nazi­sti di Chrysi Avghi (Alba Dorata) con il 5,5%, il Par­tito Comu­ni­sta di Gre­cia (Kke) con il 5% e il par­tito dei Greci Indi­pen­denti (Anel, un par­tito di destra nazio­na­li­sta) con il 3,5%.

Indi­ca­tive del clima di pola­riz­za­zione sono anche le rispo­ste alla domanda su chi sarebbe il miglior pre­mier al momento per il Paese. Il 36% degli inter­vi­stati ha rispo­sto Sama­ras con­tro il 29% che ha detto di pre­fe­rire Ale­xis Tsi­pras. Per quanto riguarda la que­stione dell’elezione del pre­si­dente della repub­blica che potrebbe essere causa di ele­zioni anti­ci­pate, il 55% degli inter­vi­stati ha rispo­sto che non occorre andare in anti­cipo alle urne e che il nuovo capo dello stato dovrebbe essere eletto dai par­la­men­tari in carica. Dal son­dag­gio emerge che aumenta la paura dei greci per un’eventuale uscita del Paese dall’eurozona. La mag­gio­ranza degli inter­vi­stati — il 48% con­tro il 43% — ha infatti rispo­sto che esi­ste ancora il rischio di un uscita della Gre­cia dall’euro.

Intanto il giu­dice istrut­tore ha deciso di met­tere in archi­vio l’inchiesta sul ten­ta­tivo di cor­rom­pere un depu­tato del par­tito di Anel, Pavlos Chai­ka­lis, per­ché votasse a favore del can­di­dato pre­si­dente della mag­gio­ranza. Chai­ka­lis aveva accu­sato un ban­chiere, ex con­si­gliere del lea­der del suo par­tito. Come prova della pre­sunta richie­sta di ven­dere il suo voto aveva con­se­gnato alle auto­rità giu­di­zia­rie e par­la­men­tari una regi­stra­zione con­si­de­rata «ille­cita». E lui stesso in seguito non era stato in grado di rispon­dere ad alcune domande. Infine il mate­riale non evi­den­zia, secondo gli inqui­renti, ele­menti suf­fi­cienti per aprire un inda­gine. La deci­sione delle auto­rità giu­di­zia­rie ha fatto salire ancora di più la ten­sione, con Syriza che accusa la magi­stra­tura e i comu­ni­sti del Kke che denun­ciano «i ricatti del governo e dell’opposizione».



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