Milano, assedio alla Scala centri sociali in piazza caos e scontri con la polizia

Milano, assedio alla Scala centri sociali in piazza caos e scontri con la polizia

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MILANO .Due ore e mezza di scontri e tensione. Tre spezzoni di antagonisti, due cariche della polizia, tre contusi da una parte e due carabinieri finiti all’ospedale. Non era la solita «prima» di protesta, non poteva esserlo per i focolai di rabbia sociale accesi da almeno un mese nelle periferie di Milano, tra resistenza agli sgomberi di abusivi nelle case Aler e assalti alle sedi di partito. Annunciato da uno striscione anarchico appeso sopra l’ingresso della Galleria Vittorio Emanuele che dà sul Duomo («Occupiamo le case vuote. Basta sgomberare»), il primo attacco antagonista a piazza della Scala è andato in scena in via Santa Margherita, uno degli accessi al teatro, dove quaranta militanti di centri sociali e comitati per la casa sono venuti due volte a contatto col cordone di polizia. Lancio di uova e petardi da un lato, manganellate (due contusi) dall’altro e un’ora di presidio. Poi la scena se la sono presa gli anarchici, dopo aver divelto alcune delle transenne che proteggevano il teatro, stretti a tenaglia dagli agenti che hanno recuperato una molotov, già pronta. Infine, quando il fronte si è compattato con l’ingresso dalla Galleria degli altri contestatori, ecco la carica più dura della polizia, proprio sotto Palazzo Marino, la sede del Comune. L’onda è violenta, un manifestante cade e rischia di essere travolto, volano oggetti e bengala contro i carabinieri anche quando la contestazione si riprende, per un attimo, le transenne. Ci vuole una mezz’ora buona di trattativa, e un corteo autorizzato attraverso la Galleria — dove i passanti seguivano il Fidelio sul maxischermo — e fin sotto il Duomo perché la protesta lasci la piazza e sciami via in metrò. Critiche alle proteste arrivano dal ministro della Cultura Franceschini («Un danno economico per il Paese»), dal governatore Maroni («Come rovinare una festa»), dal sindaco Pisapia («Le proteste non diventino violenze»), non dall’ex ministro Passera («Sbagliato prendersela con loro»).



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