Anche a New York un caso Ferguson “graziato” l’agente che uccise un nero

Anche a New York un caso Ferguson “graziato” l’agente che uccise un nero

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NEW YORK . Un grand jury, un poliziotto bianco, un morto afroamericano e il rischio di una nuova Ferguson, questa volta nel cuore della più grande metropoli d’America. A Staten Island, uno dei cinque borough di New York City, la giuria chiamata a stabilire se le prove raccolte fossero sufficienti ha deciso di non incriminare Daniel Pantaleo, l’agente che lo scorso luglio ha provocato la morte per soffocamento di Eric Garner, dopo averlo stretto al collo per immobilizzarlo. Un’azione ripresa dallo smartphone di un passante, il cui video è presto diventato un capo d’accusa che sembrava dovesse portare Pantaleo dritto in tribunale. Così non è stato e le proteste della comunità afroamericana, già partite in rete e sui social network, rischiano di diventare manifestazioni di piazza in tutta New York (e non solo). Anche se il sindaco, Bill de Blasio, ha chiesto ai concittadini di «reagire alla sentenza, ma in modo pacifico».
«Non posso respirare, non posso respirare», grida nel video Eric, il 43enne venditore ambulante che pesava oltre 150 chili e aveva problemi d’asma. Sembra non sentirlo l’agente Pantaleo che lo stringeva al collo e lo teneva a faccia in giù sul marciapiede mentre altri agenti del Nypd lo stavano ammanettando. Garner, che aveva sei figli, aveva perso conoscenza subito dopo ed era stato dichiarato morto nel vicino ospedale dove era stato inutilmente trasportato. Era il 17 luglio e anche la New York del nuovo sindaco de Blasio — che aveva promesso “nuove regole” della polizia nei confronti delle minoranze — si trovava a fare i conti con l’America del dopo-Ferguson.
Un secondo video mostrava come sia i poliziotti che i paramedici non facessero troppi sforzi per aiutare Garner mentre era per terra privo di conoscenza. Ci furono subito proteste e sit-in, ma tutte pacifiche. Anche grazie all’immediata decisione di William Bratton, il popolare capo della polizia di New York, che ordinò ai suoi agenti di evitare ogni uso della forza. Il medico legale decise che si trattava di omicidio (perché la stretta al collo fu decisiva nel soffocamento), un medico patologo contattato dalla famiglia della vittima si disse d’accordo. Il sindacato dei poliziotti e l’avvocato di Pantaleo replicarono che l’agente aveva usato una mossa che viene regolarmente insegnata nelle accademie di polizia e che Garner stava resistendo all’arresto. Gli agenti lo avevano fermato per la vendita di sigarette di contrabbando. A differenza di quanto accaduto a Ferguson, dove il poliziotto Wilson (contro il quale il Grand jury ha deciso di non procedere) non avrebbe violato le procedure del dipartimento, lo Nypd proibisce di stringere al collo i sospetti per immobilizzarli, la mossa che viene definita chokehold.
Pantaleo, che è stato già denunciato due volte per violazione dei diritti civili durante l’arresto, è stato sospeso dal servizio.


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