Il Grande fratello di Expo

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MILANO Duemilacinquecento telecamere e più di cento metal detector per vigilare su venti milioni di persone, un cervello operativo per dirigere un traffico da quasi mille tra tir e furgoni ogni notte, un unico centro di controllo per risolvere qualsiasi problema: dalla lampadina rotta in su. Eccolo il Grande Fratello di Expo.

Tecnicamente in realtà si chiama Expo Command & Control Centre. È chiuso in una palazzina che in linea d’aria dista meno di un chilometro dal sito espositivo. Da queste stanze che oggi sono sede della Protezione Civile milanese, circondata dai palazzoni popolari di Quarto Oggiaro tra via Drago e via Cittadini, si garantirà la sicurezza dei visitatori, si interverrà nel caso di piccole o grandi emergenze e si guideranno le operazioni notturne: quelle che ogni notte porteranno fra i padiglioni 930 camion e settemila uomini per ritirare i rifiuti, pulire le strade e le aree di servizio, fare manutenzione ordinaria e straordinaria, rifornire gli oltre cento ristoranti.
I lavori per l’allestimento della struttura sono praticamente finiti. In aggiunta alle sale già esistenti e all’auditorium ci sono ora due grandi stanze, una sopra l’altra, ricavate da quella che prima era una palestra.
Grazie alle tecnologie che alcuni partner (da Selex a Cisco, da Accenture a Telecom, da Samsung a Came) hanno studiato per Expo il collegamento col sito espositivo sarà capillare e continuo. I quattro accessi, tre per il pubblico e uno di servizio, saranno controllati da 108 varchi con altrettanti metal detector per ispezionare zaini e borse (per intenderci più di quelli di Fiumicino, Malpensa e Linate messi insieme) e 450 archetti per radiografare le persone. Una rete alta 3 metri e 15 centimetri racchiuderà un perimetro di 6 chilometri sovrastati da 270 telecamere. Altri 230 occhi saranno nelle aree all’aperto interne al sito. Poi ci saranno oltre duemila telecamere negli spazi chiusi e i sistemi di sicurezza che ogni padiglione vorrà installare.
La vigilanza reclutata dalla società Expo garantirà un presidio anche notturno, mentre è stata bandita la gara per le guardie giurate che nei giorni di picco di pubblico saranno mille. All’interno del sito, che naturalmente sarà presidiato anche dalle forze dell’ordine, ci saranno tre postazioni per il 118, una caserma e un eliporto.
Sono già in corso da tempo esercitazioni e simulazioni per far fronte alle eventualità più estreme, dall’attentato al terremoto. I piani di evacuazione sono pronti, le esercitazioni sono partite. L’unità di crisi in questi casi sarà ovviamente guidata in e dalla prefettura. La gestione del quotidiano invece sarà coordinata dai rappresentanti della società Expo, che in via Drago sarà sempre presente con duecento persone agli ordini del responsabile del settore Operations, Ottorino Passariello, rotanti su più turni a copertura delle 24 ore insieme con polizia, carabinieri, Vigili del fuoco, Guardia di finanza, polizia stradale e municipale, guardia forestale.
Per praticità l’area dell’esposizione è stata divisa in 84 quartieri, a loro volta suddivisi in 200 unità. Ognuno di questi verrà affidato a un «capo quartiere» dotato di un tablet i cui dati verranno gestiti attraverso un sistema di telecomunicazioni criptato. Ogni mattina, prima dell’apertura al pubblico, i capi quartiere dovranno compilare una check-list per verificare che tutto sia in ordine: dalla lampadina fulminata alla serratura rotta. Le informazioni arriveranno alla centrale che muoverà di conseguenza elettricisti o carpentieri.
I capi quartiere saranno anche figura unica di riferimento dei Paesi partecipanti per qualsiasi esigenza, dall’organizzazione di un evento a una fornitura aggiuntiva. A loro dovranno fare riferimento anche gli abitanti di quella ulteriore città nella citta: i 15mila volontari.
Paolo Foschini, Elisabetta Soglio


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