Il voto con cui è passata la modifica alla legge è stato definito «storico» dallo stesso presidente della camera Leon Kenha Wa Dondo, perché conforme alle richieste della piazza e responsabilmente consapevole che in caso contrario l’ex Zaire sarebbe sprofondato nel caos.
Ma la “concessione” è arrivata solo dopo che la Camera bassa aveva dato via libera al provvedimento definito un «golpe costituzionale» dalle opposizioni. E soprattutto dopo quattro giorni di scontri violenti tra manifestanti e forze di sicurezza che hanno interessato principalmente la capitale Kinshasa e le città di Goma e Bukavu, nell’instabile nord est del Paese. Dove gli incidenti più gravi si sono verificati nel momento in cui le autorità locali, nell’attesa dei rinforzi, hanno pensato bene di sospendere internet e la messaggistica dei telefoni cellulari. Una mossa che la piazza ha giudicato come il peggior oltraggio.Venerdì la festa era comunque esplosa nelle strade e in particolare tra gli studenti dell’università di Kinsahsa, in prima fila durante le proteste.
Ma il giorno dopo la vittoria, la piazza piange con rabbia i suoi morti. 42 secondo il rapporto di Human Rights Watch (Hrw) presentato ieri, con accuse esplicite alla condotta della polizia e della guardia presidenziale schierata intorno al parlamento, dal momento che le vittime presentano tutte ferite da arma da fuoco; due di meno secondo la Federazione internazionale per i diritti umani (Fidh); “solo” 12 per il governo, la cui nota ufficiale parla di 1 poliziotto e 11 «saccheggiatori» uccisi. Un bilancio comunque choc, per il quale parenti delle vittime, opposizione e società civile, insieme alle organizzazioni internazionali per i diritti umani, chiedono conto direttamente a Kabila. Il quale avrà già abbastanza motivi per essere contrariato.
La legge che istituisce il censimento, così emendata, dovrà ora tornare alla Camera bassa, prima dell’ok definitivo.