“ Io non sono Charlie ” Accusato di terrorismo un bimbo di 8 anni

“ Io non sono Charlie ” Accusato di terrorismo un bimbo di 8 anni

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Un  bambino di 8 anni convocato al commissariato per apologia di terrorismo. È successo a Nizza due giorni fa, dopo che il piccolo Ahmed, iscritto in una scuola elementare, si è in qualche modo dissociato dalla solidarietà nazionale per le vittime degli attentati di Parigi. «La direzione della scuola ha fatto bene», dice il ministro dell’Educazione, Najat Vallaud-Belkacem. «È un caso di isteria collettiva», ribatte l’avvocato della famiglia di Ahmed. Il suo reato è oggi uno di quelli ai quali la Francia è più sensibile, l’apologia di terrorismo. «No, non sono Charlie — ha detto il ragazzino mentre si trovava in classe — perché sono contro quelli che fanno le caricature del profeta».

Il caso di Ahmed spacca una Francia a nervi scoperti. Nelle ultime tre settimane ci sono già decine di denunce per questo reato che è diventato penale solo tre mesi fa: gli stessi magistrati temono un abuso e inflazione del reato di apologia di terrorismo. Il padre di Ahmed ha controquerelato la scuola, affermando in un’intervista che suo figlio «non sa cosa voglia dire terrorismo». Ahmed aveva pronunciato la frase incriminata all’indomani della strage a Charlie Hebdo, l’8 gennaio. Ma la denuncia del direttore è scattata il 21, ed ha riguardato anche il padre del bambino, accusato di «intru- sione» per aver accompagnato Ahmed fin nel cortile della scuola — dove non sarebbe stato ammesso — quando ha visto che il clima si era fatto pesante. Mercoledì pomeriggio, il bambino è stato convocato in commissariato e interrogato, fatto che ha mandato su tutte le furie l’avvocato di famiglia, Sefen Guez Guez. «In questi casi — ha spiegato il legale — serve solo la pedagogia. L’atteggiamento del direttore è stato inammissibile». «La scuola ha reagito bene” ha commentato invece la ministra dell’Educazione, Najat Vallaud-Belkacem.


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