Tsipras in difficoltà. E Papandreou lascia il Pasok

by redazione | 4 Gennaio 2015 10:12

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A tre set­ti­mane dalle ele­zioni scosse vio­lente stanno attra­ver­sando l’intero sistema poli­tico greco, e soprat­tutto l’area del cen­tro­si­ni­stra. Syriza con­clu­derà oggi la discus­sione sulle alleanze pre e post-elettorali nel comi­tato cen­trale, in un clima tutto som­mato teso a causa del nau­fra­gio della col­la­bo­ra­zione con Dimar, la Sini­stra demo­cra­tica, nell’ambito di un pro­getto poli­tico di aper­ture pro­mosso da Ale­xis Tsi­pras che non trova d’accordo la mag­gio­ranza dei diri­genti del movimento.

E da ieri l’ex pre­mier greco Jor­gos Papan­dreou ha annun­ciato l’uscita dal Pasok (fon­dato nel 1974 dal padre Jor­gos) e la nascita di un nuovo par­tito. Il «Movi­mento di socia­li­sti demo­cra­tici» si pre­sen­terà alle urne del 25 gen­naio: «Deve dimo­strarsi all’altezza delle grandi neces­sità del paese e del popolo greco» ha detto Papan­dreou. Le rea­zioni e le accuse con­tro l’ex pre­mier sono state enormi. I diri­genti del Pasok, a parte un pic­colo gruppo di ex mini­stri e depu­tati fedeli all’ex pre­mier, hanno cer­cato fin all’ultimo di con­vin­cere Papan­dreou a non for­mare un nuovo par­tito: «È un sui­ci­dio». Non solo, come sosten­gono, «per­ché va con­tro l’eredità poli­tica del Pasok che negli ultimi quarant’anni ha espresso tutta l’area del cen­tro­si­ni­stra greco bensì per il fatto che la scis­sione del Pasok pro­prio di Papan­dreou è un atto irra­zio­nale che va con­tro gli inte­ressi nazionali».

In effetti il Pasok, un par­tito che fino pochi anni fa rac­co­glieva oltre il 40 per cento dei voti, oggi rischia di non essere rap­pre­sen­tato nel nuovo par­la­mento se non supe­rerà la soglia del 3 per cento (i son­daggi lo danno al 5). Nega­tive, almeno a caldo, sono state però le rea­zioni degli elet­tori che fino pochi anni fa vota­vano per il Pasok fino ad arri­vare a defi­nire l’ex pre­mier un «irra­zio­nale» e un «venduto».

Jor­gos Papan­dreou, però, ha tutte le ragioni per for­mare un nuovo par­tito. Prima silu­rato dai part­ner euro­pei nel 2012, quando que­sti ultimi hanno annul­lato un refe­ren­dum sull’austerità impo­sta dai cre­di­tori inter­na­zio­nali, poi messo da parte gra­zie a com­plotti interni al Pasok mano­vrati soprat­tutto dal suo attuale lea­der, Evan­ghe­los Veni­ze­los, uomo poli­tico con­si­de­rato un «fili­bu­stiere senza scrup­poli» dai suoi avver­sari, Papan­dreou in pra­tica ha dovuto cedere il governo a Nea Dimo­kra­tia, eterno avver­sa­rio dei socia­li­sti. A causa di que­sta scelta ma anche del fatto che il suo suc­ces­sore alla guida del Pasok, Veni­ze­los, ha tra­sfor­mato il Pasok in un «par­tito di carat­tere per­so­nale», come affer­mano i suoi avver­sari, la popo­la­rità dei socia­li­sti ha toc­cato i minimi storici.

La for­ma­zione di Papan­dreou si schiera a favore di una coo­pe­ra­zione post-elettorale con la sini­stra radi­cale ma prima biso­gnerà vedere se i «socia­li­sti demo­cra­tici» riu­sci­ranno a entrare in parlamento.

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