Yacht, Bibbia e veleni anti immigrati Panos, il partner imprevedibile di Syriza

by redazione | 27 Gennaio 2015 9:47

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Atene Hanno in comune l’allergia alle politiche di rigore e la giacca scura senza cravatta. Per il resto, la strana coppia Alexis Tsipras-Panos Kammenos parte in salita, con una dote di 13 deputati e un voto solenne pronunciato senza testi sacri. Il simbolico giuramento prestato dal nuovo premier sulla Costituzione e non sulla Bibbia porta in primo piano la distanza ideologica che separa Tsipras dall’improbabile alleato di governo, il leader del partito di destra Greci indipendenti, che ieri ha subito assicurato: «Se avremo ministri, giureranno sull’Antico Testamento».
Un animale politico, Kammenos. Nell’ambiente lo chiamano «Psekasmenos», tipo imprevedibile, con il gusto della provocazione. Al culmine della contestazione antiausterity si presentò in Parlamento con una t-shirt che intimava con discrezione: «Troika a casa». Negli spot della campagna elettorale insegnava a un bambino come si guida un treno. Il treno era Syriza, lui il grande timoniere che stabilisce la velocità: in una coalizione chiamata a mantenere le grandi promesse di Tsipras, i Greci indipendenti sarebbero stati più flessibili del partito anticorruzione To Potami (Il Fiume), vicino alla sinistra sui temi sociali ma contrario alla rinegoziazione del debito con i creditori internazionali. È il fiume in piena Kammenos il vincitore silenzioso di queste elezioni.
Lo si vede spesso sul suo yacht (è stato accusato di non pagare le tasse), naviga volentieri su Twitter e Facebook (giura di curare personalmente i suoi profili): molti collaboratori e candidati al Parlamento europeo li ha individuati via social network. Economista con studi di Psicologia erede di una ricca famiglia, 49 anni e cinque figli, Panos è cresciuto nelle file di Nuova democrazia, il partito conservatore e liberale dell’ex premier Antonis Samaras. Proprio in polemica con Samaras sul piano lacrime e sangue approvato in cambio del secondo pacchetto di salvataggio concordato con Ue, Bce e Fondo monetario, nel 2012 ha lanciato i Greci indipendenti (An.El). Quell’anno è entrato in Parlamento, ma quando molti dei suoi deputati sono tornati alla casa madre, è rimasto senza numeri e ha perso il seggio.
Nei mesi scorsi, durante le trattative dietro le quinte per la fallita elezione del capo dello Stato, è stato lui ad accusare Nuova democrazia di aver tentato di comprare deputati come Pavlos Chaikalis, noto attore che avrebbe ricevuto un’offerta da tre milioni di euro. Syriza ha partecipato all’ondata d’indignazione, i giudici hanno archiviato il caso per mancanza di prove. I frequenti incontri con Tsipras hanno sollevato non pochi malumori nel partito.
Molto a destra, i Greci indipendenti, paragonati all’Ukip del Regno Unito e alla Lega Nord. Nell’Europarlamento fanno parte del gruppo Conservatori e riformisti europei, dove siedono con gli euroscettici di Alternativa per la Germania, il Partito popolare danese, i polacchi di Legge e Giustizia. Uno dei loro cavalli di battaglia è il reclamo delle riparazioni per l’occupazione della Grecia da parte delle truppe del Reich durante la Seconda guerra mondiale. Dei 240 miliardi di euro finora ricevuti da Atene, 80 vengono da Berlino eppure con i tedeschi, definiti in blocco dallo stesso Kammenos un popolo di nazisti, hanno un rapporto conflittuale, come con i turchi che vogliono fuori da Cipro e con gli immigrati clandestini che vogliono fuori dalla Grecia. Non va meglio con la comunità ebraica: «Paga meno tasse degli altri» ha recentemente dichiarato Kammenos, guadagnandosi accuse di antisemitismo. Parlare in pubblico non è il suo forte, ha accomunato i socialisti di Pasok ai terroristi rossi dell’Organizzazione 17 Novembre e attaccato il tedesco Guido Westerwelle quando era ministro degli Esteri per la sua omosessualità.
I Greci indipendenti rivendicano una sovranità nazionale mortificata dalle ingerenze di Bruxelles, sono a favore di una forte presenza della Chiesa ortodossa nella vita pubblica, non ammettono le nozze gay. Difendono «i tradizionali valori greci» al centro di un programma sociale conservatore apparentemente inconciliabile con le istanze progressiste della sinistra radicale salita al governo per la prima volta nella storia della democrazia ellenica. Un’occasione alla quale i greci affidano l’ultima speranza di ritrovare fiducia nella politica. Vietato barare
Maria Serena Natale
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