Epatite C, nuovi farmaci gratis Lorenzin: «È una rivoluzione»

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ROMA Costano un’enormità perché sono il frutto di una ricerca d’avanguardia. Ma cambieranno la vita a migliaia di malati con epatite C e, alla lunga, porteranno un risparmio al Servizio sanitario nazionale i farmaci di ultima generazione capaci di eliminare il virus nell’80% dei casi. Quattro molecole che in Italia verranno date gratuitamente a chi ne ha bisogno, come ha annunciato il direttore dell’Agenzia italiana del farmaco, Luca Pani.
Il primo, sofosbuvir (di Gilead), è entrato nel nostro prontuario lo scorso ottobre. Entro questa settimana sarà disponibile il secondo, il simeprevir, prodotto vicino a Latina da Janssen. A ruota sono attesi gli altri due. Stanno poi per tagliare il traguardo della trafila regolatoria altre tre molecole capaci come le «sorelle» di rivoluzionare le strategie terapeutiche contro un’infezione che distrugge il fegato ed è causa di complicanze potenzialmente mortali, la cirrosi, il tumore. Ecco perché in prospettiva il pacchetto dei salvavita è un risparmio in termini di ricoveri, trapianti, assistenza ai pazienti cronici. Circa un miliardo all’anno è la stima dei costi.
Lo stanziamento specifico che garantisce queste pillole è contenuto nella legge di Stabilità. Un miliardo e mezzo che dovrebbe consentire di trattare a carico della sanità pubblica circa 15 mila pazienti l’anno. Era uno degli obiettivi dichiarati a caldo dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin quando entrò nel governo: «Siamo a una svolta epocale. È come passare dalla radio a internet».
Le associazioni, come l’Epac, però non abbassano la guardia e vigilano affinché le nuove cure vengono date davvero. Ci sono criticità in Campania, Calabria e Sicilia. Alcune regioni tardano a indicare l’elenco dei centri prescrittori.
Margherita De Bac
Lo stanziamento specifico che garantisce queste pillole è contenuto nella legge di Stabilità. Un miliardo e mezzo che dovrebbe consentire di trattare a carico della sanità pubblica circa 15 mila pazienti l’anno. Era uno degli obiettivi dichiarati a caldo dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin quando entrò nel governo: «Siamo a una svolta epocale. È come passare dalla radio a internet».
Le associazioni, come l’Epac, però non abbassano la guardia e vigilano affinché le nuove cure vengono date davvero. Ci sono criticità in Campania, Calabria e Sicilia. Alcune regioni tardano a indicare l’elenco dei centri prescrittori.
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