I dubbi tedeschi sul piano greco Verso un terzo pacchetto d’aiuti

by redazione | 26 Febbraio 2015 10:21

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BERLINO «Ogni volta che noi tedeschi abbassiamo la guardia, passano le truppe del debito», diceva ieri sera un politico cristiano-democratico. Si riferiva — blandamente — alle decisioni della Commissione Ue di non agire con determinazione contro i bilanci di Italia, Francia e Belgio; ma — con forza — indicava la Grecia.
E’ che l’accettazione del piano di Atene, obiettivamente generico, non piace affatto in Germania: il Bundestag (il Parlamento) domani lo accetterà quasi sicuramente, come hanno fatto tutti i ministri finanziari dell’eurozona. Ma la sua credibilità a Berlino ha un rating estremamente basso. Anche perché sta prendendo corpo l’ipotesi — potenzialmente destabilizzante — che a luglio la Grecia abbia bisogno di un altro salvataggio finanziario: tra i 20 e i 40 miliardi, si calcola.
Berlino dice sì, insomma, ma con la massima riluttanza. Tra gli osservatori prende piede la convinzione che Angela Merkel abbia in qualche modo imposto una linea di non rottura sulla questione greca perché ritiene che la Ue non possa aprire un fronte di crisi interno in una fase in cui l’emergenza più grave è esterna, cioè il confronto con la Russia in Ucraina.
Mentre i sondaggi indicano che solo due tedeschi su dieci sono favorevoli a prolungare gli aiuti ad Atene, ieri si sono riuniti i deputati della Csu, il partito bavarese gemello della Cdu della cancelliera: tra molti distinguo e domande di garanzie, hanno detto che voteranno il pacchetto Atene. Oggi toccherà alla Cdu e alla Spd, partner nel governo di Grande Coalizione. Faranno lo stesso e, a parte alcuni dissidenti, domani al Bundestag non ci dovrebbero essere sorprese. La sorpresa (si fa per dire) viene da articoli di stampa secondo i quali Atene avrà bisogno di nuovi denari in estate. Il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis ieri ha sostenuto di non avere problemi di liquidità per pagare gli stipendi pubblici. «Ma — ha aggiunto — avremo decisamente problemi a ripagare i debiti al Fondo monetario internazionale ora (cioè 1,6 miliardi a marzo, ndr ) e alla Banca centrale europea in luglio (cioè 7,5 miliardi entro agosto, ndr )». Uno dei centri di analisi economica più prestigiosi della Germania, Diw, ha calcolato che in estate Atene avrà bisogno di 30 o 40 miliardi dai partner internazionali, dal momento che non sarà in grado di andare a prenderli sui mercati.
Non è stata un’iniezione di fiducia nemmeno la dichiarazione del ministro dell’Energia greco Panagiotis Lafazanis, un esponente dell’ala sinistra di Syriza. Ieri ha detto che le privatizzazioni del produttore di elettricità Ppc e della rete elettrica Admie saranno cancellate: 48 ore dopo che Varoufakis aveva messo per iscritto che le cessioni pubbliche già in corso sarebbero state rispettate. Un segno che le divisioni interne al governo di Atene saranno un altro dei problemi seri delle prossime settimane.
Frau Merkel dice di essere soddisfatta della strada intrapresa con il nuovo governo greco, ma aggiunge che ci sono sfide notevoli di fronte e di non avere «illusioni». Non le ha nemmeno il suo ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble. «La questione — sostiene — è se ora si può credere o no alle assicurazioni del governo greco. Ci sono molti dubbi in Germania, questo va capito».
Danilo Taino

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