«Il mondo a fame zero è possibile Un lusso insulso lo spreco di cibo»
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MILANO «Obiettivo Fame Zero». Alla conclusione della campagna per gli Obiettivi del Millennio, la Fao userà l’Expo dedicata al tema della Nutrizione come vetrina per fare il punto sui risultati ottenuti e rilanciare l’agenda del post 2015, come spiega il direttore Graziano da Silva: «Grazie al lavoro fatto sul primo Obiettivo del Millennio, ossia dimezzare la percentuale di affamati rispetto al 1990/92, l’incidenza della fame sulla popolazione globale è diminuita di circa il 40 per cento, passando dal 18,7 all’11,3 per cento. Nello stesso periodo, oltre 200 milioni di persone sono uscite dalla fame. Il nostro impegno, adesso, è eliminarla del tutto». Da Silva sarà uno dei relatori alla giornata di lavoro che si svolge sabato a Milano, in preparazione del documento che sarà eredità di Expo.
Quale sarà il vostro contributo alla Carta Milano?
«La Fao parteciperà con le sue competenze tecniche e con il suo peso politico a questa importante iniziativa del governo italiano. È molto importante che i temi cruciali delle Nazioni Unite e di ogni singolo Paese come diritto al cibo, sprechi alimentari, sistemi agricoli sostenibili e la giusta attenzione all’empowerment femminile, si riflettano nelle priorità individuate dalla Carta di Milano».
Perché è importante un’esposizione dedicata a questo tema?
«Expo apre i battenti su uno scenario globale allarmante. I cambiamenti climatici stanno mettendo alla prova i nostri sistemi alimentari e le statistiche dicono che per sfamare i futuri nove miliardi di abitanti della Terra, la produzione agricola dovrà aumentare del 60 per cento entro il 2050. Ma soprattutto, questo è un mondo in cui oggi 805 milioni di persone soffrono la fame, e 165 milioni sono bambini. Oltre due miliardi di persone soffrono di carenze di micronutrienti, o “fame nascosta”, cioè non assumono vitamine o minerali in misura sufficiente a condurre una vita sana e attiva. Al tempo stesso, cresce rapidamente il problema dell’obesità, con circa mezzo miliardo di persone obese e un miliardo e mezzo di persone in sovrappeso. Molti Paesi in via di sviluppo, in specie quelli con reddito medio, si trovano oggi a dover combattere contemporaneamente sia la fame che l’obesità».
Gli Obiettivi del Millennio cosa hanno portato?
«Ad oggi, sono 63 i paesi in via di sviluppo che hanno raggiunto e in alcuni casi persino superato l’obiettivo di dimezzare la fame. Ho avuto personalmente il piacere di “premiare” ad esempio Brasile, Camerun, Ghana, Perù, Thailandia, Vietnam, per aver raggiunto questi risultati. I governi di Africa e America Latina si sono dati un obiettivo ancor più ambizioso: la completa eliminazione della fame entro il 2025, uno sforzo che la Fao appoggerà pienamente. Grazie al lavoro fatto sul primo Obiettivo del Millennio, ossia dimezzare la percentuale di affamati rispetto al 1990/92, l’incidenza della fame sulla popolazione globale è diminuita di circa il 40 per cento, passando dal 18,7 all’11,3 per cento. Nello stesso periodo, oltre 200 milioni di persone sono usciti dalla fame».
L’Onu ha deciso, per la prima volta, di non avere un proprio padiglione ma di puntare su una esposizione “diffusa”: per quale motivo?
«Esatto, la presenza dell’Onu non sarà legata ad un singolo stand, sarà una presenza trasversale che, partendo dal Padiglione Zero accompagnerà i visitatori lungo un itinerario tematico attraverso tutte le aree della manifestazione. A segnare il percorso saranno 18 installazioni multimediali contraddistinte da un grande cucchiaio blu, dove i visitatori potranno scoprire il lavoro delle diverse agenzie dell’Onu, la complessità e la vastità del loro campo d’azione, grazie ad immagini, video, mappe ed infografiche».
Qual è l’obiettivo della vostra presenza in Expo?
«Certamente quello di portare la voce di 805 milioni di persone che ancora oggi soffrono la fame. Il nostro slogan sarà “Sfida fame Zero: uniti per un mondo sostenibile”. È la sfida lanciata a New York dal Segretario Generale, che ci vede uniti per un mondo libero dalla fame, un problema che davvero può essere risolto nell’arco della nostra generazione. Ma se vogliamo vincere la battaglia contro la fame dobbiamo investire di più nell’agricoltura sostenibile e riconoscere il ruolo fondamentale degli agricoltori.
Il singolo cosa può fare ?
«Moltissimo. Pensiamo, ad esempio, al fatto che oggi un terzo del cibo venduto nelle nostre città viene buttato via, e con esso tutta l’acqua, l’energia e gli elementi utilizzati per produrlo. Uno spreco insulso che ha conseguenze devastanti sulle risorse naturali. Sprecare cibo, suolo, energia, risorse, è un lusso che non ci possiamo più permettere».
Avete già deciso di celebrare la Giornata Mondiale dell’Alimentazione all’ Expo?
«Quest’anno la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, il 16 ottobre, sarà particolarmente importante per noi. La Fao celebrerà i suoi settanta anni di vita e di esperienza, e lo farà con una serie di eventi importanti che culmineranno a Milano, ci auguriamo in presenza del Segretario Generale Ban-Ki moon».
Elisabetta Soglio
«La Fao parteciperà con le sue competenze tecniche e con il suo peso politico a questa importante iniziativa del governo italiano. È molto importante che i temi cruciali delle Nazioni Unite e di ogni singolo Paese come diritto al cibo, sprechi alimentari, sistemi agricoli sostenibili e la giusta attenzione all’empowerment femminile, si riflettano nelle priorità individuate dalla Carta di Milano».
Perché è importante un’esposizione dedicata a questo tema?
«Expo apre i battenti su uno scenario globale allarmante. I cambiamenti climatici stanno mettendo alla prova i nostri sistemi alimentari e le statistiche dicono che per sfamare i futuri nove miliardi di abitanti della Terra, la produzione agricola dovrà aumentare del 60 per cento entro il 2050. Ma soprattutto, questo è un mondo in cui oggi 805 milioni di persone soffrono la fame, e 165 milioni sono bambini. Oltre due miliardi di persone soffrono di carenze di micronutrienti, o “fame nascosta”, cioè non assumono vitamine o minerali in misura sufficiente a condurre una vita sana e attiva. Al tempo stesso, cresce rapidamente il problema dell’obesità, con circa mezzo miliardo di persone obese e un miliardo e mezzo di persone in sovrappeso. Molti Paesi in via di sviluppo, in specie quelli con reddito medio, si trovano oggi a dover combattere contemporaneamente sia la fame che l’obesità».
Gli Obiettivi del Millennio cosa hanno portato?
«Ad oggi, sono 63 i paesi in via di sviluppo che hanno raggiunto e in alcuni casi persino superato l’obiettivo di dimezzare la fame. Ho avuto personalmente il piacere di “premiare” ad esempio Brasile, Camerun, Ghana, Perù, Thailandia, Vietnam, per aver raggiunto questi risultati. I governi di Africa e America Latina si sono dati un obiettivo ancor più ambizioso: la completa eliminazione della fame entro il 2025, uno sforzo che la Fao appoggerà pienamente. Grazie al lavoro fatto sul primo Obiettivo del Millennio, ossia dimezzare la percentuale di affamati rispetto al 1990/92, l’incidenza della fame sulla popolazione globale è diminuita di circa il 40 per cento, passando dal 18,7 all’11,3 per cento. Nello stesso periodo, oltre 200 milioni di persone sono usciti dalla fame».
L’Onu ha deciso, per la prima volta, di non avere un proprio padiglione ma di puntare su una esposizione “diffusa”: per quale motivo?
«Esatto, la presenza dell’Onu non sarà legata ad un singolo stand, sarà una presenza trasversale che, partendo dal Padiglione Zero accompagnerà i visitatori lungo un itinerario tematico attraverso tutte le aree della manifestazione. A segnare il percorso saranno 18 installazioni multimediali contraddistinte da un grande cucchiaio blu, dove i visitatori potranno scoprire il lavoro delle diverse agenzie dell’Onu, la complessità e la vastità del loro campo d’azione, grazie ad immagini, video, mappe ed infografiche».
Qual è l’obiettivo della vostra presenza in Expo?
«Certamente quello di portare la voce di 805 milioni di persone che ancora oggi soffrono la fame. Il nostro slogan sarà “Sfida fame Zero: uniti per un mondo sostenibile”. È la sfida lanciata a New York dal Segretario Generale, che ci vede uniti per un mondo libero dalla fame, un problema che davvero può essere risolto nell’arco della nostra generazione. Ma se vogliamo vincere la battaglia contro la fame dobbiamo investire di più nell’agricoltura sostenibile e riconoscere il ruolo fondamentale degli agricoltori.
Il singolo cosa può fare ?
«Moltissimo. Pensiamo, ad esempio, al fatto che oggi un terzo del cibo venduto nelle nostre città viene buttato via, e con esso tutta l’acqua, l’energia e gli elementi utilizzati per produrlo. Uno spreco insulso che ha conseguenze devastanti sulle risorse naturali. Sprecare cibo, suolo, energia, risorse, è un lusso che non ci possiamo più permettere».
Avete già deciso di celebrare la Giornata Mondiale dell’Alimentazione all’ Expo?
«Quest’anno la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, il 16 ottobre, sarà particolarmente importante per noi. La Fao celebrerà i suoi settanta anni di vita e di esperienza, e lo farà con una serie di eventi importanti che culmineranno a Milano, ci auguriamo in presenza del Segretario Generale Ban-Ki moon».
Elisabetta Soglio
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