Il Pd toglie i vincoli su cave e spiagge La Toscana alla disfida del paesaggio

Il Pd toglie i vincoli su cave e spiagge La Toscana alla disfida del paesaggio

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FIRENZE Abbattuto dal fuoco amico. Il piano paesaggistico della Toscana rischia d’essere spazzato via da un super emendamento del Pd, lo stesso partito di maggioranza che lo aveva approvato a luglio in Consiglio regionale. Una manovra che, secondo ambientalisti e paesaggisti, ma anche a parere di Anna Marson (l’assessore all’Urbanistica che quel piano lo ha pensato e firmato), darebbe il via a un’imperdonabile deregulation trasformando i vincoli in semplici suggerimenti. Con il rischio di un assalto a un territorio, quello toscano, da sempre simbolo di rigore, bellezza, ordine ed esempio da seguire.
L’emendamento «affossa piano» ha fatto infuriare il presidente del Fai Andrea Carandini che ha subito scritto al premier: «Renzi ha definito barbarico l’attacco degli hooligan olandesi al cuore di Roma — spiega — ma allora come chiamare queste offese disseminate al territorio che purtroppo dureranno nel tempo? Gli emendamenti del Pd trasformano le direttive del piano toscano in mere indicazioni che possono essere disattese senza problemi. E allora io chiedo a Renzi, come segretario del Pd, di scandalizzarsi anche per questa sorte di condono ante litteram e di fermarlo».
Non c’è solo il Pd ad emendare. Forza Italia di modifiche ne ha presentate 200. «Ma almeno è opposizione — spiega l’assessore Anna Marson, già Idv e professore ordinario di Paesaggio all’Università di Venezia —. Trovo sorprendente che il più grande partito di maggioranza si comporti come quello di opposizione, nella forma e nella sostanza. Evidentemente le elezioni regionali vicine hanno scatenato comportamenti anomali e trasversali e mi sembra di vedere un partito del mattone e della pietra che cerca di affermarsi».
Le correzioni presentate dai «dem» a due settimane dal voto del Consiglio ammorbidiscono sensibilmente le indicazioni rigorose del piano. «La cosa più sorprendente è che a un certo punto si definiscono non vincolanti le criticità scientifiche da noi indicate — continua Marson — e dunque gli enti locali possono continuare ad aprire nuove cave, scavare in zone vergini, operare in crinali di altissimo pregio ambientale». E ancora costruire piscine vicino alla spiaggia, ampliare strutture, spostare a piacimento le aziende che lavorano negli alvei dei fiumi. «E arrivare a una completa deregulation del territorio — denuncia Salvatore Settis, accademico dei Lincei e presidente del consiglio scientifico del Louvre — e adottare una politica che una volta era il cavallo di battaglia del ministro Lupi. Sorprende che il Pd abbia adottato questa visione trasformista. E mi sorprendono moltissimo le oscillazioni del governatore Enrico Rossi». Che però prima su Facebook, citando il giovane Marx, e poi con il suo portavoce, fa sapere che «il piano è buono e che gli emendamenti saranno valutati nel rispetto della sua filosofia, senza stravolgerlo».
Il Pd toscano respinge le accuse e contrattacca con il suo segretario Dario Parrini, renziano della primissima ora: «Vogliamo la tutela ambientale più di tutti e lo sviluppo del territorio, conciliando il rigore nella salvaguardia paesaggistica con l’attenzione ai posti di lavoro e alle esigenze legittime delle imprese». Ma la sensazione è che il partito sia diviso. E che la stessa giunta regionale possa subire gravi ripercussioni. L’assessore Marson non esclude di lasciare l’incarico se il suo piano dovesse essere stravolto. «Prima dirò che cosa penso in Consiglio — dice lei —, poi ci penserà qualcun altro a dimissionarmi».
Marco Gasperetti


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