Partite Iva, stop al rincaro dei contributi

Partite Iva, stop al rincaro dei contributi

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ROMA Il decreto Milleproroghe va verso la fiducia alla Camera, nella cui Aula ieri è approdato dopo il passaggio in commissione che ne ha cambiato il volto. Tra le nuove norme introdotte, l’attesa proroga a tutto il 2015 del vecchio regime dei minimi per le partite Iva, il passo indietro circa le nuove norme che, modificando la legislazione sull’emittenza televisiva, avrebbero aumentato il canone di concessione per Rai e Mediaset, la miniproroga degli sfratti. Il decreto va convertito entro il 3 marzo e deve ancora tornare al Senato.
Un coro di consensi ha accolto la norma che consente ai titolari di partite Iva che guadagnano fino a 30 mila euro di scegliere tra il vecchio regime di tassazione al 5% e quello forfettario, introdotto dall’ultima legge di Stabilità, al 15%. Stop per il 2015 anche all’aumento dell’aliquota contributiva del 27,72% per gli autonomi iscritti alla gestione separata dell’Inps, introdotto con la legge di Stabilità. La misura costa 120 milioni l’anno per il triennio 2015-2017. L’aliquota salirà al 28% nel 2016 e al 29% nel 2017.
Ha fatto molto discutere anche il passo indietro sulla norma che avrebbe fatto aumentare, rispetto al 2013, i canoni di concessione delle frequenze di Rai e Mediaset, e che era stata interpretata come un atto di rappresaglia nei confronti di Silvio Berlusconi, all’indomani della rottura del patto del Nazareno. Ieri il capogruppo del Pd in commissione Vigilanza Rai, Vinicio Peluffo, ha spiegato che la scelta risponde «solo a criteri tecnici e non politici» e che «il tema non verrà derubricato ma rimandato a un provvedimento ad hoc perché è necessario intervenire per una revisione complessiva per i contributi in materia di frequenze tv».
La proroga degli sfratti alla fine è arrivata ma solo per 4 mesi: una soluzione-ponte per i nuclei più bisognosi, da valutare da parte del giudice, per consentire il «passaggio da casa a casa».
Si riaprono i termini per chiedere un piano di rate per i debiti con il fisco. Chi è decaduto fino a fine 2014 può fare la richiesta entro il 31 luglio. Niente azioni esecutive per chi accede a un nuovo piano. Ottengono una proroga gli incentivi per arginare la “fuga dei cervelli” o agevolarne il rientro, per i prossimi due anni.
Fino al 30 luglio i sindaci, anche le unioni di Comuni, potranno chiedere la riapertura degli uffici dei giudici di pace soppressi per effetto del riordino. Slitta al 2017 la riforma dell’esame di abilitazione degli avvocati, mentre per due anni la titolarità delle farmacie si potrà ottenere con la sola iscrizione all’albo, salvo che per le 2.600 nuove sedi oggetto del concorso straordinario.
Molto contestata la norma che cancella le sanzioni per le Regioni che abbiano sforato il patto di Stabilità interno anche nel 2014, destinando ai pagamenti dei debiti della P.a. una quota superiore al 50% dell’obiettivo del patto. Nella norma rientrerebbe la Regione Lazio.
Antonella Baccaro


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