Don Ciotti: governo lento sull’anti corruzione

Don Ciotti: governo lento sull’anti corruzione

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BOLOGNA . Don Luigi Ciotti trascina in piazza a Bologna 200 mila persone, in un lungo corteo per i 20 anni di Libera. E bacchetta il governo, presente con il ministro Giuliano Poletti. Il presidente di Libera va dritto al cuore del problema, la corruzione. «Niente negoziati sulla corruzione, il falso in bilancio, la prescrizione – ha tuonato dal palco – ci sono belle proposte in parlamento, come quella del presidente del Senato Pietro Grasso. Ma ci sono troppi che stanno nicchiando, la politica dimostra indebiti riguardi. C’è chi non vuole una legge chiara contro la corruzione, ma così fa favori ai mafiosi, alle lobby, ai potenti. L’impressione oggi è quella di assistere a una nuova trattativa, la corruzione è l’avamposto delle mafie».
Fin dalla partenza del corteo, anticipata alle 9 dalla “spinta” dei tanti giovani arrivati in pullman per camminare e cantare «chi non salta camorrista è», si era capito che Don Ciotti non avrebbe risparmiato colpi. Al suo fianco sfila il ministro Poletti, ex presidente di Legacoop, un “fedelissimo” della manifestazione annuale di Libera.
Ma non basta l’antica amicizia: quando arriva il sindaco di Messina, Renato Accorinti, Don Ciotti glielo presenta: «Ecco, questo è uno che non vuole il ponte sullo stretto di Messina, con una battuta noi diciamo che invece che unire due coste, si unirebbero due cosche».
«No, ma io non ho nessuna voglia di fare un ponte» risponde Poletti. «Eh, ma la legge che avete approvato subito è quella sulla responsabilità civile dei magistrati, le altre invece…». E Poletti assicura: «Arrivano tutte, arrivano tutte». A Don Ciotti non basta, e insiste dal palco, di fronte a una piazza piena: «La legge sulla responsabilità civile dei magistrati è passata subito, e così se ne lavano le mani. Ma la stragrande maggioranza dei magistrati sta lottando e noi dobbiamo chiedere che abbiano strumenti». Le “due velocità” del governo vengono sottolineate anche da Maurizio Landini, leader Fiom: «Corruzione e criminalità sono i problemi della competitività del Paese, non i diritti dei lavoratori. Ma quelli li hanno cancellati subito, invece le leggi radicali contro le mafie, le rinviano.
C’è qualcosa che tocca». Susanna Camusso, segretario della Cgil, incalza: «Bisogna avere il coraggio di pestare anche qualche potere forte». Poletti, alla fine della manifestazione, riprende il filo: «Ognuno deve fare la propria parte, il governo ha fatto una proposta per dare una forma definitiva al 21 marzo come giornata delle vittime delle mafie. La responsabilità è di tutti, anche il parlamento deve fare la sua parte, il governo e ogni ministro deve fare la sua parte. Solo nella radicalità delle scelte c’è possibilità di ottenere risultati e noi che siamo militanti di Libera lo sappiamo». E la piazza applaude Don Ciotti, che non molla: «C’è bisogno di una nuova liberazione dalla presenza criminale, abbiate coraggio, fate in fretta e fate bene».


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