Ischia, le mazzette del sindaco pd

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NAPOLI Ci sarebbe stato un giro di tangenti dietro l’assegnazione dei lavori di metanizzazione di alcuni comuni di Ischia. Tangenti che la cooperativa che ha ottenuto l’appalto, la Cpl Concordia, avrebbe pagato finanziando l’attività imprenditoriale del sindaco Pd di Ischia Giuseppe Ferrandino.
Condotta dal pm della Procura di Napoli Henry John Woodcock e affidata ai carabinieri del nucleo Tutela ambiente del colonnello Sergio De Caprio, il «Capitano Ultimo», l’inchiesta, avviata circa due anni fa, è giunta ieri a una importante svolta con l’emissione — da parte del gip Amelia Primavera — di 11 misure cautelari: 8 ordinanze di custodia in carcere, una ai domiciliari e due obblighi di dimora. In cella sono finiti, tra gli altri, Ferrandino, suo fratello Massimo, il presidente della Cpl Roberto Casari e Francesco Simone, responsabile delle relazioni istituzionali per il gruppo cooperativistico.
Secondo le indagini, la Cpl avrebbe ottenuto di impiantare, e successivamente gestire, la rete di distrubuzione del metano nei Comuni di Ischia, Lacco Ameno, Forio e Casamicciola grazie alla «sponsorizzazione» del sindaco Ferrandino, stipulando in cambio una convenzione («fittizia» secondo la Procura)con l’albergo «Le Querce» gestito dalla famiglia Ferrandino, che prevedeva il versamento di 165 mila euro nel 2013 e di identica cifra nell’anno successivo per il fitto permanente di sette camere. Inoltre verrebbe individuata come pagamento di tangente anche l’assunzione in qualità di consulente presso la Cpl di Massimo Ferrandino e la vacanza in Tunisia offerta al sindaco. La scelta della meta non appare casuale in quanto proprio in Tunisia la Cpl avrebbe importanti conoscenze, funzionari di banca e di dogana con i quali sarebbe in stretto contatto Simone (ex socialista da sempre vicino alla famiglia Craxi), e addirittura interessi economici occulti: la Procura ipotizza infatti che tramite l’appoggio di una società locale, la Tunita, riconducibile allo stesso Simone, che sarebbe al centro di un giro di false fatturazioni, la cooperativa abbia creato fondi neri e sia riuscita, grazie proprio alle presunte complicità doganali, a far rientrare clandestinamente ingenti cifre in Italia.
In Campania la Cpl è particolarmente impegnata: il pentito dei casalesi Antonio Iovine l’ha indicata come interlocutrice dei clan in provincia di Caserta(e il presidente Casari è già indagato dalla Direzione distrettuale antimafia) e ha importanti commesse con enti pubblici anche a Salerno, alla Provincia e alla Asl, ottenute, secondo quanto un teste sostiene di aver saputo dallo stesso Casari, grazie all’interessamento dell’ex deputato del Pdl Pasquale Vessa.
Nelle carte dell’inchiesta — ricca di intercettazioni telefoniche — è citato anche il nome dell’esponente del Pd Massimo D’Alema, che non è indagato, e sono riferiti alcuni episodi relativi alle sue attività imprenditoriali ed editoriali. La Cpl ha infatti acquistato 500 copie di un suo libro (comprate copie anche di un libro dell’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti) e duemila bottiglie di vino prodotte dall’azienda di cui è titolare sua moglie. In una intercettazione, Simone parla poi dell’utilità di investire nella Fondazione Italianieuropei, di cui D’Alema è presidente.
Secondo le indagini, la Cpl avrebbe ottenuto di impiantare, e successivamente gestire, la rete di distrubuzione del metano nei Comuni di Ischia, Lacco Ameno, Forio e Casamicciola grazie alla «sponsorizzazione» del sindaco Ferrandino, stipulando in cambio una convenzione («fittizia» secondo la Procura)con l’albergo «Le Querce» gestito dalla famiglia Ferrandino, che prevedeva il versamento di 165 mila euro nel 2013 e di identica cifra nell’anno successivo per il fitto permanente di sette camere. Inoltre verrebbe individuata come pagamento di tangente anche l’assunzione in qualità di consulente presso la Cpl di Massimo Ferrandino e la vacanza in Tunisia offerta al sindaco. La scelta della meta non appare casuale in quanto proprio in Tunisia la Cpl avrebbe importanti conoscenze, funzionari di banca e di dogana con i quali sarebbe in stretto contatto Simone (ex socialista da sempre vicino alla famiglia Craxi), e addirittura interessi economici occulti: la Procura ipotizza infatti che tramite l’appoggio di una società locale, la Tunita, riconducibile allo stesso Simone, che sarebbe al centro di un giro di false fatturazioni, la cooperativa abbia creato fondi neri e sia riuscita, grazie proprio alle presunte complicità doganali, a far rientrare clandestinamente ingenti cifre in Italia.
In Campania la Cpl è particolarmente impegnata: il pentito dei casalesi Antonio Iovine l’ha indicata come interlocutrice dei clan in provincia di Caserta(e il presidente Casari è già indagato dalla Direzione distrettuale antimafia) e ha importanti commesse con enti pubblici anche a Salerno, alla Provincia e alla Asl, ottenute, secondo quanto un teste sostiene di aver saputo dallo stesso Casari, grazie all’interessamento dell’ex deputato del Pdl Pasquale Vessa.
Nelle carte dell’inchiesta — ricca di intercettazioni telefoniche — è citato anche il nome dell’esponente del Pd Massimo D’Alema, che non è indagato, e sono riferiti alcuni episodi relativi alle sue attività imprenditoriali ed editoriali. La Cpl ha infatti acquistato 500 copie di un suo libro (comprate copie anche di un libro dell’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti) e duemila bottiglie di vino prodotte dall’azienda di cui è titolare sua moglie. In una intercettazione, Simone parla poi dell’utilità di investire nella Fondazione Italianieuropei, di cui D’Alema è presidente.
Fulvio Bufi
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