Putin: Italia partner privilegiato
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MOSCA Doveva essere un colloquio breve, di appena un’ora, secondo l’agenda fissata dai rispettivi staff, appena dopo l’incontro con il primo ministro Dmiti Medvedev. E invece il faccia a faccia fra Putin e Renzi, alla presenza del ministro degli Esteri Serghei Lavrov, si è protratto per quasi tre ore. Era la prima volta in assoluto da soli, fuori da un contesto multilaterale ed a quanto pare è scattata anche un minimo di chimica personale: Renzi ha citato Dostoevskij e la pagine sulla «bellezza che salverà il mondo, scritte proprio a Firenze», auspicio di pace anche per le ragioni martoriate dell’Ucraina e Putin si è sciolto in uno dei suoi rari sorrisi.
Dettagli a parte, anche se non secondari, la visita di ieri ha segnato un duplice obiettivo da parte del premier italiano: si è inserito in un contesto diplomatico, quello della crisi fra Kiev e Mosca, dal quale era finora rimasto escluso, ha offerto il massimo del suo appoggio sia a Poroshenko, due giorni fa, che a Putin, ieri pomeriggio, almeno nella cornice del rispetto degli accordi di Minsk. In cambio ha chiesto in modo esplicito e insistente un ruolo attivo di Mosca nella crisi libica.
Prima ancora di mettere piede al Cremlino, per colloqui che il presidente russo definirà «tempestivi e fruttuosi», Renzi dichiarava alla Tass : spero «molto nell’aiuto che il presidente russo Putin e la Federazione russa possono dare nel Consiglio di sicurezza perché il ruolo della Russia nella questione libica, anche alla luce dei legami storici tra Russia ed Egitto, può essere molto importante».
Nelle dichiarazioni alla stampa il capo del governo italiano ha attribuito, come il resto della comunità internazionale, un ruolo centrale ai recenti accordi di Minsk, gestiti e incoraggiati, passo dopo passo, da Parigi e Berlino: «Spero che dopo gli accordi tutto sia più semplice e che l’Europa, insieme a lei, possa costruire un punto di riferimento per uscire dalla crisi», ha concluso rivolgendosi a Putin. Che a sua volta ha lasciato trasparire anche lui una dose di fiducia: «Renzi ha espresso la propria posizione sulla crisi ucraina. La situazione resta complicata ma non ci sono più combattimenti né morti e non si distruggono le statue. Bisogna rispettare gli accordi e questo apre la possibilità per un dialogo diretto tra Kiev con Donetsk».
Ma la parte che Renzi ha enfatizzato di più è stata proprio quella sulla Libia: «Il ruolo della Russia, per la sua storia e la sua posizione nel Consiglio di sicurezza, può essere decisivo» nell’affrontare la crisi libica e il pericolo rappresentato dal terrorismo. «Noi abbiamo una grande priorità che è la battaglia contro chi vuole distruggere i valori su cui sono fondate le nostre comunità: oggi la minaccia del terrorismo e del fanatismo religioso è particolarmente grave».
Putin da parte sua conferma che l’Italia «resta un partner privilegiato per la Russia in Europa e nel mondo» e cita l’ampio spettro delle collaborazioni commerciali, nonostante le difficoltà imposte dalle sanzioni economiche: tra gli esempi di proficua cooperazione il settore aerospaziale con il superjet-100 tra Alenia e Sukhoi, la joint-venture per gli elicotteri Agusta Westland, i sistemi satellitari, quello nucleare con il progetto per il termoreattore nucleare, quello industriale con Rosneft e Pirelli.
Prima di arrivare al Cremlino Renzi porta una corona di fiori sul luogo dell’assassinio di Nemtsov, poi ha un incontro in ambasciata con i rappresentanti delle principali aziende italiane che operano in Russia, fra gli altri Saipem, Natuzzi, Prismian, Whirlpool, Iveco, Fiat, Prada, Benetton, Mapei, Gucci, Luxottica.
Prima ancora di mettere piede al Cremlino, per colloqui che il presidente russo definirà «tempestivi e fruttuosi», Renzi dichiarava alla Tass : spero «molto nell’aiuto che il presidente russo Putin e la Federazione russa possono dare nel Consiglio di sicurezza perché il ruolo della Russia nella questione libica, anche alla luce dei legami storici tra Russia ed Egitto, può essere molto importante».
Nelle dichiarazioni alla stampa il capo del governo italiano ha attribuito, come il resto della comunità internazionale, un ruolo centrale ai recenti accordi di Minsk, gestiti e incoraggiati, passo dopo passo, da Parigi e Berlino: «Spero che dopo gli accordi tutto sia più semplice e che l’Europa, insieme a lei, possa costruire un punto di riferimento per uscire dalla crisi», ha concluso rivolgendosi a Putin. Che a sua volta ha lasciato trasparire anche lui una dose di fiducia: «Renzi ha espresso la propria posizione sulla crisi ucraina. La situazione resta complicata ma non ci sono più combattimenti né morti e non si distruggono le statue. Bisogna rispettare gli accordi e questo apre la possibilità per un dialogo diretto tra Kiev con Donetsk».
Ma la parte che Renzi ha enfatizzato di più è stata proprio quella sulla Libia: «Il ruolo della Russia, per la sua storia e la sua posizione nel Consiglio di sicurezza, può essere decisivo» nell’affrontare la crisi libica e il pericolo rappresentato dal terrorismo. «Noi abbiamo una grande priorità che è la battaglia contro chi vuole distruggere i valori su cui sono fondate le nostre comunità: oggi la minaccia del terrorismo e del fanatismo religioso è particolarmente grave».
Putin da parte sua conferma che l’Italia «resta un partner privilegiato per la Russia in Europa e nel mondo» e cita l’ampio spettro delle collaborazioni commerciali, nonostante le difficoltà imposte dalle sanzioni economiche: tra gli esempi di proficua cooperazione il settore aerospaziale con il superjet-100 tra Alenia e Sukhoi, la joint-venture per gli elicotteri Agusta Westland, i sistemi satellitari, quello nucleare con il progetto per il termoreattore nucleare, quello industriale con Rosneft e Pirelli.
Prima di arrivare al Cremlino Renzi porta una corona di fiori sul luogo dell’assassinio di Nemtsov, poi ha un incontro in ambasciata con i rappresentanti delle principali aziende italiane che operano in Russia, fra gli altri Saipem, Natuzzi, Prismian, Whirlpool, Iveco, Fiat, Prada, Benetton, Mapei, Gucci, Luxottica.
Marco Galluzzo
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