Big Blu, la super bomba Usa per gli ayatollah

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WASHINGTON Con l’Iran si tratta, da qui a giugno c’è tempo per dare concretezza all’intesa nucleare. Tutti se lo augurano. Ma senza lasciare da parte soluzioni alternative ed estreme.
Per questo il Pentagono ha Big Blu. Una super bomba in grado di distruggere bunker sotterranei. O gallerie scavate sotto le montagne. Obiettivi simili all’impianto atomico iraniano di Fordow. Oppure ad uno dei centri segreti della Corea del Nord. L’ultimo test, a metà gennaio, ha dimostrato la potenza di un ordigno da 15 tonnellate. E gli Usa hanno fatto trapelare la notizia in concomitanza con i negoziati con Teheran. Segnale evidente: crediamo nel dialogo, se però dovesse andare male il bastone è pronto.
Un’allusione preceduta dalle parole del segretario alla Difesa Ashton Carter che ha rammentato — anche a fini interni — come l’opzione militare non sia stata abbandonata. Monito di rito accompagnato dalle indiscrezioni sull’ordigno rilanciate sul quotidiano Wall Street Journal , una conferma di quanto uscito già all’inizio dell’anno.
Durante l’ultima prova, nel poligono di White Sands, New Mexico, un B2 decollato dalla base di Whiteman, Missouri, ha sganciato l’ordigno su un bersaglio. Raid seguito dalla ricognizione di un Sentinel RQ 170, drone sofisticato già impiegato sui cieli dell’Iran, dove ne è precipitato uno nel 2011. Esito della missione giudicato positivo dall’Air Force. Un esame legato alla forza e alla capacità di resistere a eventuali contromisure.
Il Pentagono ha lavorato per anni alla bomba, progetto a cui è stato garantito un budget sopra i 341 milioni di dollari. Realizzata nel 2008-2011, Big Blu ha subito successive modifiche per renderla capace di sfondare le protezioni dei bunker. Tre anni fa i tecnici hanno suggerito nuovi interventi sul modello, questo perché si sono convinti che l’ordigno non avrebbe «bucato» il guscio realizzato dall’Iran attorno ad alcuni siti nucleari. I lavori sulla bomba hanno portato, nel 2013, ad una versione più efficace. Quindi a gennaio l’ultima creazione che ha lasciato soddisfatti i generali. Il successo ha spinto Washington a condividerne i risultati con l’alleato israeliano. L’incursione a White Sands è stata filmata, quindi il video è stato girato a Gerusalemme per dimostrare come un paio di Big Blu possano neutralizzare un target. Il messaggio per Netanyahu, tenacemente contrario all’intesa con Teheran, è evidente. Non temete, se i mullah barano, gli Usa saranno sempre in grado di distruggere i suoi impianti.
Dal fronte atomico, dove Iran e Usa, sono rivali, a quello dell’Iraq, che li vede collaborare contro l’Isis. Non senza problemi. Le milizie sciite hanno riconquistato Tikrit grazie anche ai raid americani, una vittoria trasformatisi in abusi e ritorsioni. Un rischio temuto nonostante gli ordini del premier iracheno Abedi e dagli stessi americani che avevano chiesto l’esclusione dei militanti dalla battaglia. Tutto inutile come testimoniano le foto dei saccheggi compiuti dagli sciiti.
Guido Olimpio


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