Il muro delle grandi Regioni sull’accoglienza dei profughi

Il muro delle grandi Regioni sull’accoglienza dei profughi

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ROMA Il record è certamente quello della Valle d’Aosta che a fronte di una richiesta di 50 posti ha accettato di ospitare soltanto «una persona». Ma sono molte altre le Regioni che fanno muro e rifiutano categoricamente di accogliere i migranti.
In quattro giorni sono arrivate 10 mila persone, le strutture sono ormai al collasso dovendo assistere circa 70 mila stranieri. E la battaglia tra Viminale e governatori diventa sempre più aspra.
Sopportano il carico maggiore Sicilia, Lazio e Calabria mentre guidano la lista «nera» Lombardia, Veneto, Toscana e Piemonte. Ma anche in altre aree le resistenze si stanno trasformando in vero e proprio ostracismo. Una situazione che rischia di degenerare visto che gli analisti parlano di flusso ormai inarrestabile e prevedono che in poche settimane il numero degli sbarchi potrebbe addirittura raddoppiare.
Del resto i numeri sono chiari: nello stesso periodo del 2014 erano giunti 20.899 stranieri, ieri eravamo a 22.979. Non a caso il portavoce Onu, Stephane Dujarric, sottolinea come «l’Italia sta portando un fardello enorme per conto dell’Europa sul problema dell’immigrazione».
«Solo un posto»
La circolare inviata ai prefetti lunedì scorso sollecitava il reperimento di strutture per poter contare su altri 6.500 posti. Raggiungere il risultato appare difficile, quantomeno in tempi brevi.
In alcune Regioni pesa certamente la campagna elettorale in vista delle amministrative del 31 maggio per la scelta dei governatori. Ma anche altrove c’è una vera e propria chiusura. Emblematica la risposta inviata dal funzionario della presidenza della Valle d’Aosta: «Con riferimento alla vostra nota con la quale, nonostante le nostre precedenti comunicazioni, viene comunque disposto il trasferimento di 50 profughi, d’ordine del Presidente della Regione nell’esercizio delle funzioni prefettizie, comunico la assoluta impossibilità, sentiti anche i sindaci dei Comuni della Regione, ad accogliere ulteriori profughi oltre ai 62 posti già garantiti da questa Regione. Si ribadisce pertanto che eventuali trasferimenti potranno essere disposti nei limiti della disponibilità già comunicata pari a un posto».
Sotto la quota
La percentuale di accoglienza deve essere proporzionata all’estensione del territorio e al numero di abitanti. La realtà appare ben diversa.
Secondo la situazione aggiornata a ieri mattina nelle strutture erano presenti 69.463 persone. Di queste, ben il 22 per cento sono state accolte dalla Sicilia e il 12 per cento dal Lazio. Una percentuale molto superiore a quella della Lombardia che ne assiste il 9 per cento, mentre dovrebbe arrivare almeno al 14. Ancora peggio il Veneto, che provvede appena al 4 per cento dei migranti giunti nel nostro Paese a fronte di una quota che è stata fissata all’8 per cento minimo. Proprio come la Toscana: anche qui la quota è del 4 per cento mentre in Calabria e Campania sale fino al 7. Basso pure il numero delle persone trasferite in Piemonte, pari al 5 per cento, anche se le trattative in corso tra il governatore Sergio Chiamparino e i vertici del Viminale sembrano aver portato a uno sblocco con l’assenso alla creazione di nuovi posti. Categorico è invece il governatore della Lombardia Roberto Maroni: «Non ci stiamo a subire quest’invasione, quindi zero posti in Lombardia finché continuerà questo atteggiamento irresponsabile da parte del governo».
Le caserme
In vista di un’estate che potrebbe essere segnata da decine di migliaia di arrivi, i responsabili della Direzione Immigrazione non escludono di dover ricorrere, come del resto è già stato evidenziato nella circolare di quattro giorni fa, a «occupazioni di urgenza e requisizioni» di stabili dove sistemare gli stranieri. Al Viminale è già stato stilato un elenco di caserme — la maggior parte in Veneto — che potrebbero essere utilizzate per fronteggiare l’emergenza. Anche tenendo conto che ieri a Lampedusa, a fronte di una disponibilità di 400 posti c’erano oltre 1.550 persone.
Fiorenza Sarzanini


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