Oligarchi e neonazisti: a Kiev c’è più di un problema

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«Que­sto non è il primo assas­si­nio, c’è stata una serie di assas­sini di que­sto tipo in Ucraina».

Biso­gna ammet­tere che il pre­si­dente russo Putin, in que­sto fran­gente, ha com­ple­ta­mente ragione. Nell’Ucraina post «rivo­lu­zione di Maj­dan» — come ammesso anche da media inter­na­zio­nali e non solo main­stream — il peso delle forze neo­na­zi­ste, come ad esem­pio Set­tore Destro, ha finito per con­di­zio­nare una situa­zione poli­tica iper nazio­na­li­sta e per niente in grado di gestire le pul­sioni della sua parte più radicale.

Poro­shenko è in balia di se stesso, da tempo, delle sue frange più radi­cali e di una classe poli­tica che una volta otte­nuto il bene­stare inter­na­zio­nale, si è mossa come un branco di lupi affa­mati, in cerca della pro­pria preda. In Ucraina, nelle ultime 24 ore ci sono stati tre omi­cidi, di tre per­sone con­si­de­rate «filo russe» e cri­ti­che nei con­fronti del governo di Kiev: la «demo­cra­zia» uscita dalla Maj­dan ha qual­che pro­blema, sarebbe l’ora di ammetterlo.

Solo qual­che mese fa, per l’omicidio di Nem­tsov, espo­nente di una mino­ranza poli­tica in Rus­sia ma rap­pre­sen­tato come «l’oppositore numero uno» di Putin, i media inter­na­zio­nali ave­vano libe­rato lo spa­zio neces­sa­rio nelle prima pagine, per met­tere in risalto una vicenda su cui imme­dia­ta­mente ipo­tiz­zare lo zam­pino di Putin.

Il pre­si­dente russo di sicuro non è un santo, rap­pre­senta una visione con­ser­va­trice della poli­tica e dei diritti, ma in molti – e recenti – casi, appare l’unico (spe­cie rispetto alle potenze occi­den­tali) ad avere una bus­sola poli­tica sensata.

Per­ché ora, invece, i tre omi­cidi poli­tici in 24 ore avve­nuti in Ucraina, di cui l’ultimo vede come un pro­ta­go­ni­sta un gior­na­li­sta, non pesano tanto quanto Nem­tsov. Eppure in Ucraina qual­cosa non sta fun­zio­nando.
Per dare addosso a Putin si sostiene il regime di un oli­garca, che sta pre­pa­rando, stando a quanto tra­pela da Kiev, una nuova offen­siva nelle regioni orien­tale e che si è con­se­gnato nelle mani dei gruppi di destra. Il fatto che a est la situa­zione non sia lim­pida e cri­stal­lina non esime dal dimen­ti­care le nefan­dezze di cui si stanno ren­dendo pro­ta­go­ni­sti i nuovi boss dell’Ucraina.

La legge che equi­para nazi­smo e fasci­smo è solo l’ultima resa dei conti ucraina con la sto­ria di una lunga serie. E que­sti ultimi delitti non fanno che riba­dire la natura cri­mi­nale di chi gli Usa, la Nato e l’Unione euro­pea, hanno finito per appog­giare in modo incondizionato.



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