Arabi, cinesi e fondi «Nel 2014 l’Italia ha attirato 20 miliardi»

by redazione | 15 Maggio 2015 9:38

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ROMA Più di 20 miliardi di dollari di investimenti esteri diretti in Italia nel 2014, soprattutto da Cina, Paesi Arabi e dal mondo anglosassone. Ma quest’anno potrebbe andare meglio, con un ulteriore forte incremento di risorse straniere, tale da superare il tetto raggiunto lo scorso anno. Lo prevede l’Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero delle imprese nazionali che ha presentato il rapporto «Italia multinazionale 2014». Una ventata di ottimismo che ieri ha temperato i commenti critici sull’ennesimo record del debito delle amministrazioni pubbliche che, secondo i dati di Bankitalia, è aumentato durante il mese di marzo di 15,3 miliardi di euro, attestandosi a 2.184,5 miliardi. E sul debito oggi è atteso il giudizio dell’agenzia Standard & Poor’s.
Tornando alla performance delle imprese italiane, la ricerca Ice registra, accanto alla buona tenuta delle grandi aziende oltre confine, l’aumento della presenza tricolore in Nord America e il crescente coinvolgimento delle nostre piccole e medie imprese nei mercati stranieri.
Che l’Italia sia tornata a attirare investimenti esteri lo conferma la Consob, organismo di vigilanza sulla Borsa, nella relazione 2014: in 20 società nazionali quotate è presente almeno un investitore rilevante (con più del 2% di azioni) originario di Cina, Paesi Arabi e Russia. Il dato è aggiornato al 30 aprile di quest’anno per un valore di investimenti totali stranieri di 11,1 miliardi di euro. Inoltre delle 813 comunicazioni relative a partecipazioni in società quotate relative allo scorso anno, il 61% si riferisce a soggetti esteri (nel 2013 era il 44%).
«I settori più attrattivi sono l’immobiliare, il turismo, con alberghi e servizi, e l’ Italian style , moda, artigianato, con un occhio di riguardo per il settore gioielli, oltre al food — spiega Riccardo Monti, presidente dell’Ice —. Dall’estero, dopo il crollo del 2012 (appena 0,09 miliardi di dollari ndr ) i flussi sono cresciuti notevolmente: 17 miliardi nel 2013 e oltre 20 nel 2014, ma è fondamentale continuare a crescere. Nel 2015 prevediamo una forte accelerazione in questo senso». Per raggiungere l’obiettivo «bisogna aumentare la promozione, l’assistenza agli operatori stranieri già in Italia e proseguire nelle riforme, giustizia e Fisco in particolare — aggiunge Monti —. L’euro debole, l’economia in ripresa e l’ottima piattaforma del mercato italiano per produrre e esportare stimolano gli investitori stranieri». I vertici dell’Ice avvertono però che la nostra posizione nel confronto internazionale è ancora «modesta, come riflesso della persistente bassa attrattività del Paese». Il rapporto tra investimenti esteri e Pil (19,5% nel 2013) è meno della metà di quello dell’Unione Europea (49,4%). L’Agenzia censisce 9.367 imprese italiane a partecipazione estera a fine 2013 con 915.906 dipendenti e un giro d’affari di 497,6 miliardi di euro. «Nel 2015 vedo grande movimento ancora nell’immobiliare, nel turismo, dove si stanno cercando gli eredi di Prada, Bulgari e Valentino — conclude Monti — e nel calcio, portabandiera dell’Italia nel mondo».
Francesco Di Frischia
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